Vittorio Bo: «Cultura, basta finanziamenti a pioggia»

Torino

Se lo dice un self made man nel campo dell’editoria l’affermazione risulta più che credibile. Vittorio Bo, da dieci anni a capo della Codice edizioni, al Salone del Libro di Torino traccia un bilancio della sua attività. Non risparmia ricette per implementare il settore della cultura in Italia. A suo giudizio, tanto per cominciare, bisogna cambiare radicalmente il sistema dei finanziamenti alla cultura: «Bisogna considerare conclusa la stagione dei finanziamenti a fondo perduto per progetti di cui non si verifica il successo – ha detto al Corriere della Sera – la cultura deve essere profittevole, dinamica e dialogica, i benefici per la comunità devono essere misurabili oggettivamente». Guarda agli Usa Bo e insiste: «Solo così si potrà arrivare al sistema di mecenatismo privato che negli Usa si è espresso in figure come Andrew Carnegie, creatore di ben 26 istituzioni». E della proposta francese di tassare gli smartphone per finanziare la cultura che ne pensa? Che è ottima. «A patto – conclude – che si faccia come a Marsiglia, dove in breve tempo hanno paerto quattro nuovi musei».