Nello Petrucci, The big illusion

«Il cinema ha influenzato il mio stile di vita, il mio modo di essere, la mia personalità, nel bene e nel male, i film sono il mio carattere. Gli dovevo qualcosa» dichiara Nello Petrucci scrittore, pittore e filmaker di Castellammare di Stabia, classe ‘81. La sua esperienza cinematografica lo vede attore e assistente alla regia per film importanti quali Gans of New York di Martin Scorsese. Lavora anche nel campo della pittura: formative la sua permanenza a Dublino e la frequentazione dell’accademia delle belle Arti di Napoli dove si diploma in scenografia. Le locandine di film diventano il materiale per riassemblaggi Pop che definisce Sacadap (Street art collage and decolage action panting) inventando la Pop cinetica. Qui presentiamo il suo video The big illusion, vincitore del contest ART I CARE che affronta il tema del vivere contemporaneo nei suoi aspetti di frenesia sociale. Il tema principale è la libertà che il nostro cadenzato e spesso frenetico modo di vita ci toglie «come se fossimo inghiottiti dall’esistenza. In fondo, crediamo di essere liberi, ma pagare il mutuo, fare straordinari, accumulare bollette e accumulare rate per avere un telefonino all’avanguardia o la prossima tv o l’automobile è un vortice che non ti fa mai pensare a quanto potresti essere libero: la libertà per noi occidentali è solo una grande illusione» commenta Petrucci. Insieme l’artista cerca le sue origini travestendosi da cow boy. Le origini sono essenziali per la consapevolezza della propria coscienza, Petrucci pensa agli africani che oltre al paese di provenienza sanno perfettamente a quale tribù appartengono e dichiara: «Le origini caratterizzano la tua personalità, il tuo modo di essere e il tuo pensiero, questo ti dà la chiarezza di chi veramente sei e da dove vieni, ciò è molto legato ai valori personali che mano mano oggi sfumano più che mai, fino a che non resta la sterilità.» Il travestimento ha tale senso: «Un cow boy con un bel cavallo in una grande prateria, mentre segue le mandrie di tori, dà un forte senso di libertà, urlare a squarciagola in uno spazio sconfinato lo rende un eroe, ma togliendogli il cavallo e portandolo in luogo chiuso, abbandonato e distrutto, denigra la sua liberta diventando una icona fuori dal comune.» Questo perché il video è girato in un palazzo sopravvissuto ad una guerra: «un luogo post-bellico può sembrare un posto dove tutti i valori sono stati distrutti insieme ai ricordi, ma una speranza è ancora viva. Poi in un’inquadratura vediamo dell’erba che cresce che è sinonimo di radici e di un miglioramento molto piccolo in un posto cosi grande: può esserci ancora una vita» dice l’artista. Gli uomini in giacca che si vedono sono: «gli sbirri di uno stato cecchino che senza chiedersene il perché, continuano a braccare chi, portatore di speranze e di istanze socialmente positive, cerca scampo in una fuga disperata, alla ricerca di una possibile salvezza. Gli sbirri non capiscono che questa salvezza riguarda anche loro.» Alla fine Petrucci trova un suo quadro in una stanza di questo palazzo perché di fronte alla possibile privazione di tutto ciò che possiede, e anche della sua libertà, da parte della società, l’unica cosa che rimarrà sempre sono le sue idee e la sua arte. La musica è stata scelta per il suo ritmo incalzante e accompagna la ricerca di suspance nello svolgimento della storia. Info: www.nellopetrucci.com

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ART I CARE è un progetto di crowd funding: una richiesta di aiuto collettivo tramite le rete.

Per saperne di più, visita il sito: www.articare.com