Dietro le opere di Tirelli

Le eleganti sale espositive dell’Istituto nazionale per la Grafica appaiono come il luogo ideale per accogliere la nuova mostra dell’artista romano Marco Tirelli. Immaginario, curata da Ludovico Pratesi, raccoglie disegni, schizzi, progetti, bozzetti e tavole fotografiche. Obiettivo della mostra è svelare progressivamente le diverse fasi del processo creativo dell’artista. Ovvero, come puntualizza il curatore: «Dalla prima suggestione fino all’opera finita, attraverso una riflessione sulla natura simbolica di ogni immagine scelta per evocare altro da sé, una dimensione onirica e concettuale densa di riferimenti emersi da una realtà trasfigurata» .

Le tre sale di palazzo Poli corrispondono a tre momenti di riflessione artistica del quale si fa esperienza in un percorso a ritroso. Nella prima di queste troneggiano i lavori di grande formato, immagini imponenti dalla grande forza espressiva. Il percorso continua attraverso disegni più piccoli e di diverso formato. Anche se disposti su vari registri, la composizione risulta comunque ordinata e stimola lo spettatore a differenti e personali letture. I soggetti dei disegni sono vari: oggetti d’uso quotidiano, architetture e spazi vuoti, animali, mappe, geometrie, strumenti astronomici e ampolle da chimico. Immagini dai molteplici rimandi e richiami circondano il visitatore suggerendo significati liberi di nascere dal vissuto tanto privato quanto collettivo. Ma è nella terza e ultima sala che si entra idealmente nello stadio più profondo del mondo immaginario di Tirelli. Qui trovano spazio i suoi diari, gli album da disegno ricchi di scritti, pensieri, suggestioni, schizzi e impressioni. Sulle pareti, invece, vi sono pannelli fotografici con le immagini conservate in essi; Atlanti dove le figure sono avvicinate seguendo originali accostamenti per similitudine concettuale o estetica. Conclude l’ideale viaggio nell’intimità creatrice di Tirelli il cortometraggio, realizzato dal regista filippino Raymond Red, che apre le porte dello studio dell’artista collocato nell’antico pastificio Cerere nel quartiere capitolino di San Lorenzo. Si percepisce, grazie alla messa in mostra del suo universo privato di immagini, un’attenzione di Tirelli alla percezione e all’ottica. L’artista svela le sue immagini della memoria rivelando suggestioni formali e iconografiche che rimandano alla conoscenza architettonica, alchemica, scientifica e storica.

Non poteva esserci, dunque, luogo più adatto ad accogliere i disegni, gli schizzi e i quaderni di Tirelli, se non l’Istituto nazionale per la Grafica, spazio deputato per sua natura al segno, dove le arti grafiche sono custodite, conservate e valorizzate in tutte le declinazioni, dal segno inciso fino a quello impresso sulla pellicola fotografica e video. Proprio consapevole di questo, l’artista lascerà in dono – finita la mostra – alcuni suoi disegni che entreranno a far parte dell’ingente e preziosa collezioni dell’Istituto.

Fino al 5 maggio; Istituto nazionale per la grafica, via Poli54, Roma; info: www.beniculturali.it/mibac

foto Sebastiano Luciano