Giulio Paolini, Sulla soglia

La galleria romana Giacomo Guidi arte contemporanea, caratterizzata da uno splendido tetto basso e a crociera, fino al 30 marzo, accoglie la personale del celebre artista Giulio Paolini. Il titolo della mostra, Sulla soglia, è stato preso in prestito del secondo capitolo dell’ultimo libro pubblicato dall’artista: L’autore che credeva di esistere (Johan & Levi, Milano, 2012). Per questa occasione espositiva l’artista ha realizzato due nuovi grandi lavori e propone gli undici collage, presenti nel volume.

La poetica di Giulio Paolini (1940) verte su tematiche che interrogano la concezione, il manifestarsi e la visione dell’opera d’arte. Dopo le indagini intorno agli elementi costitutivi del quadro – nei primi anni Sessanta – la sua attenzione si è focalizzata sull’atto espositivo, sulla considerazione dell’opera come catalogo delle sue stesse possibilità, nonché sulla figura dell’autore e sul suo mancato contatto con l’opera che gli preesiste e lo trascende. Tutta la mostra ruota intorno al rapporto che intercorre tra autore, soggetto dell’opera e colui che la guarda . Così si esprime l’artista: «L’ospite, sulla soglia, non entra e non esce: resta a osservare, si ferma a guardare.Riuscirà a vedere?» I collage introducono il visitatore alla mostra. (Peccato questi siano stati posti troppo in alto, tutt’intorno all’ampio arco che separa la prima sala dall’altra).

Le due grandi opere che troneggiano nella sala longitudinale della galleria, invece, veicolando ancor più prepotentemente la ricerca profonda e caratterizzante dell’artista. Il calibrato – e allo stesso tempo disordinato – assemblaggio al centro del’ampia sala, Qui e ora, è composto da più livelli strutturali e di significato. Su lastre di vetro sono adagiati: cavalletti, cornici, tele, telai e oggetti che richiamano il tempo e lo spazio. Si tratta di un denso accorpamento di elementi d’affezione, sono i consueti strumenti del mestiere, un richiamano alla tradizione pittorica. Sulla parete di fondo della sala, vi è l’altra grande opera, Sulla soglia (2013). L’opera ha al suo centro la metà posteriore di una testa dell’Apollo Parnòpios, in gesso patinato color bronzo dorato. Il volto della statua è immersa al centro di una grande tela bianca e dalla testa del dio – per i greci di tutte le arti e del sole per i romani – partono a raggiera diverse linee dorate che proseguono a matita anche sulla parete.

Le linee raffigurano le diverse prospettive dello sguardo e la posizione della testa di apollo, al confine, ovvero sulla soglia tra rappresentazione e realtà, simboleggia tanto lo spettatore quanto l’autore, che, come è noto, per Paolini corrispondono. Questa la riflessione dell’artista – dal libro sopra citato – che permette una comprensione più approfondita della mostra e della poetica di Paolini: “Guardare un quadro è come stare alla finestra. È questo che fa coincidere autore e spettatore in una sola figura, nella stessa persona: è questa soglia, vera e propria linea di frontiera, che ci consente di cogliere quel raggio di luce (l’immagine dell’opera) prima che si inoltri e vada a spegnersi nella stanza alle nostre spalle, tra le cose del mondo”.

Fino al 30 Marzo; Giacomo Guidi arte contemporanea, corso Vittorio Emanuele II, 282/284, Roma; info: www.giacomoguidi.it

Foto di Sebastiano Luciano