Si affacciano all’ingresso di una stanzetta ricreata per l’occasione, osservano per qualche decina di secondi e, silenziosamente, se ne vanno. Curiosità mista a desiderio di (non?) saperne di più. Ma la artista non va disturbata e il pubblico della sua installazione-performance lo comprende. Lei è Myriam Laplante, canadese che vive e lavora tra Bevagna (in provincia di Perugia) e Roma. Ed è proprio nella capitale che presenta il suo progetto espositivo: Questo soltanto e nulla più. Distesa a pancia in giù sopra un tavolo allestito nella galleria Il ponte contemporanea, davanti a castel Sant’Angelo, Laplante è diventata per un’ora parte integrante della sua installazione. Al pari di una scultura vivente. E parlante.
Già, perché piena di dubbi, come confessa candidamente («Osservo con interesse e meraviglia le certezze altrui, non essendo io sicura di nulla») interroga un corvo impagliato («ma dalle caratteristiche robotiche» precisa), collocato di fronte a lei. Le domande all’inquietante pennuto sono molteplici. Si va da una scontata – ci perdonerà Laplante – «sei tu il famoso maggiordomo del Papa?» alla più suggestiva «chi rade il barbiere?». Oppure: «hai mai messo un gatto in un forno a microonde? Dai i soldi in beneficenza? Conosci la barzelletta del bunga bunga? Che ore sono adesso in Thailandia? Che differenza c’è tra un asteroide e un emorroide? Hai letto il tuo oroscopo oggi? Hai mai i piedi freddi? Se Pinocchio dice che il suo naso crescerà, crescerà?».
Il punto forte di Laplante, inutile nasconderlo, è rendere in parodia il mondo e i suoi abitanti. Dolce e assurda, cinica e malinconica, le va dato atto di non prendersi mai sul serio. Così, alla domanda sulle possibile reazioni del pubblico, replica quasi stizzita: «Non saprei, è una sorta di viaggio infinito nella mia mente. E poi è il corvo che è venuto da me, non sono andata certo io da lui». A osservare con attenzione la risposta dei presenti ecco Bruno Puiatti, titolare della galleria di via Panico insieme a Giuliano Matricardi. «Myriam Laplante è una professionista che stimo. Con lei c’è feeling e ci divertiamo, lontani da logiche commerciali», afferma Puiatti. Anche se le due domande migliori sono quelle che pone proprio la coraggiosa artista canadese, intrappolata in un foro della parete: «Come sono finita in questo buco? Perché non c’ho pensato prima?».
fino al 12 gennaio 2013
Galleria il ponte, via di Panico 59, Roma