Stellare come Giulio Turcato

Sorride Bartolomeo Pietromarchi, il direttore del Macro fresco di nomina come prossimo curatore del padiglione Italia alla Biennale di Venezia che si svolgerà dal primo giugno al 24 novembre 2013. «È un bell’impegno – dichiara in occasione della conferenza stampa di presentazione del nuovo ciclo espositivo autunnale del museo capitolino – ma che sono felice di poter intraprendere». Nessuno sbilanciamento ancora sul progetto della sua 55esima Biennale ma Pietromarchi rivela che il suo sarà «un lavoro sull’arte italiana più storica che giovane e che tiene conto di una visione tematica dell’arte, anche se – aggiunge – non faccio distinzione tra arte storica e arte contemporanea».

Protagonista della nuova stagione del Macro è Giulio Turcato che il museo omaggia in occasione del centenario della sua nascita. «La mostra – dichiara Pietromarchi – è il risultato di un bel lavoro di squadra che presenta non solo le tele e le opere del pittore ma anche una ricca documentazione con tanto materiale che restituisce bene il ritratto di un’artista anche nella sua dimensione più intima e privata». L’esposizione dal titolo Stellare in programma fino al 13 gennaio 2013 e curata da Benedetta Carpi De Resmini e Martina Caruso, nipote dell’artista e portavoce dell’archivio Giulio Turcato, presenta un percorso espositivo che si snoda nel ventennio di produzione dell’artista veneziano ma romano d’adozione che va dal 1950 al 1975. Una stesura del colore istintiva, come la definiva lo stesso Turcato, che dalla prima opera in esposizione Comizio, in cui la bandiera rossa lascia la sua iconografia di vessillo per diventare forma astratta e utopica, fino alla chiusura affidata all’installazione giocosa Porta del 1973 sottolinea la particolare apertura verso l’imprevisto e l’ignoto. Uno sbilanciamento che caratterizza l’opera dell’artista, componente anche del collettivo Forma 1 venuto a mancare nel 1995, che l’Italia non ha saputo valorizzare quando ancora in vita. «La forza di Turcato – precisa la curatrice Carpi De Resmini – è quella di aver anticipato stilemi di artisti che ora sono star dell’arte contemporanea: Tranquillanti per il mondo, dove nella tela vengono inserite vere pillole di tranquillanti come fossero stelle in un cielo notturno, ne è un valido esempio visto il rimando ad alcune famigerate opere di Damien Hirst». La mostra funge da aperitivo per una più grande che verdà l’artista in esposizione al Vittoriano dal prossimo gennaio.

La collezione a cielo aperto del progetto, fortemente voluto dal Macro, Urban arena si arricchisce di un’altra opera monumentale che campeggia su un grande muro di un palazzo adiacente al museo: Voi valete più di molti passeri! firmata dallo street artist Ozmo. Una citazione biblica per la riedizione di una stampa satirica dell’Ottocento in cui troneggia sul popolo il dio denaro a cui si accompagna un video, Evolution (Megapixel) firmato dal regista canadese di origine italiane Marco Brambilla. Freschi artisti in residenza per la nuova tornata di Studio in progress: Julieta Aranda, Giovanni Giaretta, Francesca Grilli e Hiwa K sono i vincitori del secondo ciclo del programma che aprono i loro studi a curiosi e appassionati in attesa della mostra finale in programma a dicembre. Info: www.museomacro.org