La Secondavera di Spoleto

Un cammino fisico e sensoriale conduce lo spettatore attraverso le storiche sale di palazzo Collicola, spazi al centro di Spoleto pensati ancora una volta dal direttore artistico Gianluca Marziani per ospitare nuovi linguaggi portatori di stimolanti anomalie iconografiche. Questa piovosa primavera vede sbocciare Secondavera: una collettiva di sette artisti italiani, appartenenti a diverse generazioni, uniti nel tratteggiare un paesaggio espositivo, legato nella pratica da un interessante raccodo cromatico che divide gli autori per colore, che si trasforma con il passare da una sala all’altra del museo. La poesia onirica del disegno di Walter Gasperoni, la pittura come matrice e sistema di Fabrizio Campanella, il diario multiforme della femminilità di Epvs e le veggenze della sperimentazione di Carlo Moggia compongono la collettiva, in programma fino al 3 giugno la cui inaugurazione coincide con la settimana della cultura. «Nuove esposizioni – ha dichiarato Marziani durante la gremita inaugurazione domenicale – che considero portatrici di un impegno fortemente qualitativo nello svilupparsi del progetto espositivo, progetto con cui cerchiamo di essere riconoscibili nel panorama nazionale cercando di non essere mai conformisti. Credo che nella situazione drammatica in cui versano molti musei italiani oggi, noi forse siamo tra quelli che stanno dando un virtuoso esempio di come gestendo bene le risorse si possa costruire un progetto con valenza e personalità. In soli due anni abbiamo realizzato circa 80 eventi con importanti collaborazioni estene, nazionali e internazionali».

«Voglio creare – continua Marziani – una dimensione riconoscibile del museo, non seguendo passivamente le tendenze del sistema dell’arte ma proponendo figure da sostenere, lanciare o riscoprire, il tutto su una base di maturità e rigore progettuale, che si tratti di giovani autori o di figure con lunghi trascorsi». E quindi aggiunge, con un sano tono polemico riferendosi all’estrema pratica di dare fuoco alle opere che il Cam di Casoria sta mettendo recentemente in atto per denunciare la situazione di crisi dovuta alla mancanza di fondi: «A palazzo Collicola non vogliamo bruciare i quadri ma esporli, la follia si addice all’arte e non alla politica». In parallelo all’esposizione, attraverso il progetto “Collicola on the wall”, crescono gli interventi artistici sulle pareti del museo, secondo una logica di acquisizione che privilegia la realizzazione di progetti così da trasformare l’opera a elemento organico lungo le architetture storiche del luogo. Protagonisti del progetto sempre tre artisti italiani: Luca Barcellona, Danilo Bucchi e Alberto Di Fabio. «Aumentano inoltre – conclude il direttore – le presenze di giganti internazionali al fianco di giovani proposte: basta pensare alla doppia installazione di James Turrell, visitabile per tutto il 2012, alla scultura ambientale di Sol LeWitt che inaugureremo la prossima estate, alla mostra estiva coi libri d’artista di Richard Prince, fino al grande progetto estivo sulla scultura contemporanea. Questa estate, infatti, renderemo omaggio al grande progetto che 50 anni fa ha interessato l’intera Spoleto: Scultura nella città. La cosa importante per me non è solo omaggiare una memoria ma l’idea di ripartire da quel punto d’approdo mostrando come la scultura oggi abbia assunto una valenza più complessa, legata a nuovi approcci e nuovi legami con lo spazio. Quello che cercheremo di fare quest’estate, occupando il palazzo e l’intera città storica, sarà ottenere una rimappatura di Spoleto attraverso l’approccio degli artisti di oggi».

Fino al 3 giuno
Secondavera, palazzo Collicola, Spoleto
Info: www.palazzocollicola.it

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