Si è appena spenta l’eco dei risultati della prima indagine endoscopica alla ricerca della perduta Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci, ed ecco un’altra rivelazione: se "il nero di Lionardo era più nero del nero", come lo definì Giorgio Vasari, e quello trovato oltre l’intercapedine della parete est del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio ha la stessa composizione chimica di quello della Monna Lisa e del San Giovanni Battista del Louvre, anche la lacca rossa – estratta con la sonda endoscopica dallo stesso muro – ha delle «fortissime analogie con quella presente su un’altra opera di Leonardo: l’Adorazione dei Magi». Ad affermarlo è lo stesso responsabile della ricerca in atto a Firenze, l’ingegnere Maurizio Seracini, che negli ultimi 20 anni ha ampiamente studiato la grande tavola di Leonardo. E non è la sola opera che presenta questa caratteristica di affinità. «Anche altre opere del genio di Vinci – rivela Seracini – databili sempre alla prima metà degli Ottanta del XV secolo, dimostrano l’utilizzo di una lacca dello stesso tipo di quella estratta dalla parete est del Salone dei Cinquecento».