Un luogo aperto in stretto contatto con la città. Il Macro, il museo d’arte contemporanea della Capitale, dà il via a un nuovo ciclo di attività presentando la programmazione elaborata dalla direzione di Bartolomeo Pietromarchi. Obiettivo: rendere il museo sempre più un punto di incontro e di scambio, capace di svolgere un ruolo di primo piano nella vita culturale italiana. E mostrandosi in grado di competere con le realtà internazionali. Da marzo partono, in entrambe le sedi di via Nizza e del Testaccio, le nuove attività presentate questa mattina dal direttore Bartolomeo Pietromarchi e dall’assessore alle Politiche culturali e del Centro Storico, Dino Gasperini. Tra le tante iniziative spicca Percorsi dalle collezioni Berlingieri, che porta in mostra circa 30 opere. E’ il primo appuntamento del programma Collezionismi, dedicato all’indagine e alla riflessione sul valore del collezionismo sia pubblico che privato. E a questo proposito Pietromarchi ha sottolineato che «la collezione Berlingeri è una selezione straordinaria di opere che va dagli anni ’70 ad oggi». Ma, ha tenuto a precisare Pietromarchi, «con la famiglia Berlingeri si è deciso di lasciare in deposito al museo 7 opere. Un grande accordo che rientra nel rapporto sempre più utile tra pubblico e privato». Di particolare interesse è la mostra monografica di Mircea Cantor, Sic transit gloria mundi, da oggi al 6 maggio. La mostra, prima personale in un museo italiano, presenta opere concepite per lo spazio del Macro. Il suo titolo, il motto latino Sic transit gloria mundi, fornisce un indizio sui temi esplorati dall’artista: la bellezza, il tempo, la vita e la morte. E illustra il carattere dei lavori presentati, in cui si mescolano sacro e profano, serietà e ironia.