L’Orso d’oro della 62ma edizione del Festival del cinema di Berlino è andato a Paolo e Vittorio Taviani per Cesare deve morire. Più di vent’anni erano trascorsi dall’ultima soddisfazione a tinte tricolori: nel 1991 aveva vinto La casa del sorriso di Marco Ferreri. «Questo premio ci dà gioia soprattutto per chi ha lavorato con noi. Sono i detenuti di Rebibbia guidati dal regista Fabio Cavalli che li ha portati al teatro. Questi detenuti-attori hanno dato se stessi per realizzare questo film», ha commentato Paolo Taviani. Il giorno della proiezione il film, unico lavoro italiano in concorso alla kermesse tedesca, era stato accolto da una standing ovation sia dal pubblico che dalla critica. Cesare deve morire è stato girato interamente all’interno del carcere capitolino di Rebibbia, nell’arco di sei mesi, nella sezione "Fine pena mai". Racconta la storia di un gruppo di detenuti che si prepara a interpretare sul palcoscenico la tragedia di Shakespeare Giulio Cesare. Anche un’altra soddisfazione per l’Italia: Diaz, il film di Daniele Vicari dedicato ai fatti del G8 di Genova, è una delle tre pellicole (insieme a "Parada" di Srdjan Dragojevic e al brasiliano "Xingu" di Cao Hamburger) della sezione Panorama ad aver vinto il premio del pubblico. (S. C.)