Novanta fotografie per dire basta alla guerra. Novanta scatti che ritraggono scene di dolore e aberrazione umana: uomini impiccati a testa in giù, bambini mutilati, donne violate nella loro identità religiosa, cadaveri di soldati, ma anche militari che si abbandonano ad atteggiamenti di violenza gratuita contro persone inermi o appena uccise. Questo l’eloquente materiale fotografico proposto nella mostra Ombre di guerra al via al museo dell’Ara Pacis di Roma, da domani al 5 febbraio, presentata oggi dal sovraintendente ai Beni culturali di Roma Capitale Umberto Broccoli e dall’oncologo Umberto Veronesi. Il progetto è nato su proposta della Fondazione Veronesi nell’ambito delle iniziative legate alla terza conferenza internazionale "Science for peace" che si è svolta a Milano il 18 e 19 novembre, arrivata alla sua terza edizione. Obiettivo: diffondere la cultura della pace e la riduzione progressiva degli ordigni nucleari e delle spese militari a favore di maggiori investimenti in ricerca e sviluppo. Al centro della mostra campeggiano le immagini dei grandi fotografi del Novecento che hanno raccontato l’orrore dei conflitti del secolo. Ad essere svelata è una galleria di volti e di situazioni tragiche a cominciare dal celebre miliziano ripreso da Robert Capa, colpito a morte nella guerra civile spagnola nel 1936. La mostra, ha spiegato Broccoli, «è una radiografia della follia umana nella quale viene evidenziata tutta la follia di chi vuole la guerra. Sia Veronesi che io abbiamo insistito sul tema pacifico e non su quello del pacifismo che a volte crea ambiguità».