L'Aquila, ''Re place'' per tenere viva la memoria

L’Aquila, 2011, una città-ombra ancora disabitata: a illuminarla è, dal 10 al 31 dicembre, la seconda edizione di "Re place", progetto d’arte contemporanea legato al grave terremoto che ha colpito la città il 6 aprile 2009. L’iniziativa, ideata da Germana Galli, è organizzata dall’Associazione amici dei musei d’Abruzzo. Il progetto, che si avvale di un contributo scritto di Massimiliano Scuderi, coinvolge un selezionato gruppo di artisti, chiamati a intervenire, insieme agli studenti d’arte aquilani, con opere luminose e sonore in quattro luoghi simbolo della città e del suo patrimonio culturale e identitario: Giovanni Albanese, Carlo Bernardini, Fabrizio Corneli, Licia Galizia e Michelangelo Lupone. Il potere dell’arte è chiamato non solo a tenere accesa la memoria – ribadendo che il patrimonio storico e culturale de L’Aquila è un bene comune che sta per essere dimenticato dall’opinione pubblica – ma anche a portare nuova luce su un progetto di futuro. Con questo obiettivo, la prima edizione di "Re place" si è svolta lo scorso anno in occasione dell’anniversario del sisma, alle 3.32, stessa ora della scossa principale, con un’opera di luce di Mario Airò, a cura di Pier Luigi Sacco, che si è accesa in opposizione al buio, fisico e psicologico, della città. L’iniziativa torna oggi in occasione del Natale, in un centro storico ancora chiuso, su cui pesano il rischio dell’abbandono e la complessità della gestione della ricostruzione, invitando nuovamente l’arte a intervenire, con la sua generosità, ma anche la sua capacità di denuncia, per riprendere il filo di una narrazione interrotta.

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