L’arte pubblica nel ‘900. Il mito dell’uomo nuovo, è il titolo dell’appuntamento previsto per mercoledì alle ore 18. Si tratta del terzo incontro organizzato dal Fai – fondo ambiente italiano, Delegazione di Roma, in collaborazione con il Maxxi, Museo nazionale delle arti del XXI secolo con la professoressa Claudia Salaris, storica delle avanguardie. Titolo dell’incontro L’uomo futurista. «All’inizio del Novecento – spiega Claudia Salaris – mentre la modernità celebra i suoi fasti all’insegna del razionalismo positivistico, il Futurismo irrompe per esaltare gli istinti e il conflitto permanente. Questa rivolta dai tratti prometeici è globale, estetica e morale, e assume il carattere di un credo laico, legato al mito della macchina. Nato nel 1909 come scuola letteraria per iniziativa del poeta Filippo Tommaso Marinetti, il Futurismo per gradi investe tutti i campi della creazione artistica (letteratura, pittura, scultura, teatro, musica, architettura, cinema, danza), sfociando al di là dell’estetica nei più diversi ambiti». Il progetto ambizioso della "ricostruzione futurista dell’universo" ruota attorno all’uomo nuovo, la cui psicologia è stata modificata dalle conquiste delle scienze, dalla tecnologia e dai mezzi di comunicazione. Il Futurismo è mosso dall’esigenza di mettere l’arte in sintonia con le grandi trasformazioni dell’era moderna, in cui, come scrive Marinetti, appare l’"uomo moltiplicato", intuitivo e rapido, dotato di una visione del mondo dinamica e simultanea. Tale individuo è una sorta di nuovo Adamo, barbaro ed evoluto al tempo stesso: ai suoi occhi la terra appare "rimpicciolita dalla velocità", non più un pianeta sconfinato ma un luogo accessibile grazie alla rete di comunicazioni, trasporti, informazioni. Info: www.maxxi.beniculturali.it.