Architetto, artigiano e falegname, progettista di interni e d’arredi ma anche docente, sapiente allestitore di mostre e progettista di spazi espositivi, anticipatore di molti sviluppi dell’architettura attuale e dell’idea contemporanea di "democratic design", che sposa la qualità alla produzione di massa. A Gerrit Rietveld (Utrecht 1888-1964) e al suo universo il Maxxi Architettura dedica la prima retrospettiva monografica in Italia, fino al 10 luglio, coprodotta dal Maxxi con il Central museum Utrecht e Nai Rotterdam e realizzata con il sostegno dell’ambasciata d’Olanda a Roma, a cura di Maristella Casciato, Domitilla Dardi e Ida van Zijl. La mostra – con oltre 100 opere di architettura e design per un totale di circa 400 pezzi tra disegni, foto, modelli – ripercorre a 360 gradi l’attività del maestro olandese: dai suoi rapporti con gli artisti del gruppo De Stijl (Theo van Doesburg, Bart van der Leck, Vilmos Huszár J.J.P. Oud) e con i protagonisti dell’avanguardia modernista (Le Corbusier, Gropius, Mies van der Rohe, Frank Lloyd Wright) fino agli influssi sull’architettura e il design contemporanei (da Alessandro Mendini a Ettore Sottsass a Maarten Baas).