Dal creato al ricreato

Cesare Fullone interpreta la sua visione della natura esponendo, al museo civico di storia naturale, quadri di varie dimensioni, acrilici su tela, in bianco e nero, fino al 18 luglio. Opere minimaliste, perché come afferma l’artista «per rappresentare l’origine si deve descrivere l’essenziale». Infatti, il pittore, laureatosi a Brera, afferma: «Per me la vita è paragonabile a un giardino. Solamente coltivandosi, amandosi è possibile vivere naturalmente. Il giardino non è un luogo fisico, è piuttosto un atteggiamento mentale. La vita è il giardino, ogni istante è il giardino. Il giardino è una sorta di visione filosofica, d’atteggiamento, di modo di vivere». La sua visone della vita è nata dopo varie esperienze sul campo: «Le mie peregrinazioni botaniche hanno influenzato il mio lavoro artistico. La mia visione è chiara. Secondo il mio parere non si devono usare agenti chimici nella coltivazione ma lasciare che la natura segua il suo corso, senza obbligare l’uomo a rinunciare agli innesti o all’ibridazione. Perché una cosa è la forzatura un’altra cosa è assecondare la natura».

Questo percorso artistico all’interno del museo tra animali impagliati di varie nazionalità e visitatori che osservano serve a condurci nel paradiso perduto, nei giardini dell’Eden, il luogo d’origine dal quale proveniamo. L’artista, esordendo nel mondo dell’arte con video e fotografie, dopo tre anni di lavoro usando il pennello e varie traversie è riuscito ad esporre al museo le sue opere su tela. Ispirandosi a Russell Page, architetto paesaggista e garden designer britannico e Masanobu Fukuoka, pioniere della agricoltura naturale, si evolve come artista e come cultore di naturalità.

Fino al 18 luglio
Museo civico di storia naturale
corso Venezia 55, Milano
Info: 027383655