Mario Schifano in diretta

Se, come sentenziò Marshall McLuhan, il mezzo è il messaggio, allora si fa urgente il bisogno di interpretarlo scardinando i possibili significati. Tema antico e imposto dall’invasione, non sempre pacifica, dei media moderni, primo fra tutti il temutissimo televisore, le relative implicazioni sono state per anni oggetto di discussioni, dibattiti, saggi e dissertazioni fino a sfociare nell’ormai solita distinzione tra apocalittici e integrati. E poi c’è anche una minuta schiera di individui che gira la questione a proprio vantaggio, e lo fa con sagacia. Non si tratta di accettare o rifiutare un nuovo mezzo di comunicazione, ma di succhiarne l’anima creando inedite visioni.

Mario Schifano, maestro della pop art italiana, ha fatto più o meno questo. Barricato in casa con televisori accesi in ogni camera su canali diversi, si è immerso nel flusso delle immagini e ne ha create di altre seguendo l’istinto creativo. Una sensibilità sottile e aperta, accogliente quasi. Un atteggiamento entusiasta verso la macchina e le sue suggestioni visive. Così è nata una serie di opere, racchiuse nella mostra dal titolo – guarda un po’ – In diretta e ospitata dal 30 aprile alla galleria Sangallo art station di Firenze. Oltre una trentina di opere storiche dell’artista, fra i più geniali, originali, trasgressivi e individualisti del secondo dopoguerra. Un’importante e solitaria riflessione sulla nuova cultura dell’immagine nata dalla televisione e destinata a stravolgere definitivamente la sensibilità di un’epoca.
«L’artista – scrive Martina Corgnati nel testo in catalogo – non sceglie; in fondo non gli interessa la potenziale misura monumentale della nuova icona mediatica, fatta propria da Warhol, ma il ritmo dell’immagine. Un ritmo che non si era mai visto, nemmeno al cinema, formicolante e omnicomprensivo, seriale, diffuso, automatico, infaticabile ed equidistante». Oltre alle opere di Schifano, in mostra anche alcuni lavori di Tano Festa e Franco Angeli, amici, complici e compagni di una strada di rivisitazione e ripensamento della pittura che trova nella Roma degli anni ’60 e ’70 uno dei suoi centri più imprevisti ma anche più interessanti.

Fino al 30 giugno
Galleria Sangallo art station
via Fra’ Giovanni Angelico, Firenze
Info: 0550517157
www.sangalloartstation.it