Si può scindere il reale dal verosimile? Può diventare concreta un’apparenza? E in definitiva ciò che noi percepiamo come reale è tale, oppure, altro non è se non una finzione? No, non sono domande retoriche costruite grammaticalmente e volutamente per opposizioni. Sono degli interrogativi a cui la mostra "Realtà manipolate", visibile dal prossimo 25 settembre a Firenze al Centro di Cultura Contemporanea Strozzina – Fondazione Palazzo Strozzi, tenta di rispondere.
Ci aveva pensato già la filosofia, poi la psicologia e infine le diverse discipline scientifiche, tutte loro avevano sentenziato che la realtà, il mondo reale, non esiste come categoria autonoma. E’ la mente umana a imporre la condizione del reale, una costruzione mentale realizzata dall’individuo, un tentativo di controllo estremo volto a concretizzare la realtà per evitare che quest’ultima prenda il sopravvento sulle azioni o pensieri umani. Il reale, dunque, come fatto oggettivo.
Ma se proiettiamo l’analisi nel campo cinematografico o fotografico ci rendiamo conto di come questa "legge universale" sia di fatto soggetta a critica. Sia la fotografia che la cinematografia parlano per contrapposizioni: un film o una foto tende a registrare, attraverso una serie di frame o di scatti una realtà; ma quella realtà che viene catturata dall’obiettivo è allo stesso tempo una sua falsificazione. E allora non tutto é finzione anche quando è realtà? Chissà.
La mostra "Realtà manipolate" realizzata con il contributo di Brett Rogers, Luminita Sabau, Martino Marangoni e di Franziska Nori, si pone l’obiettivo di analizzare, non solo dal punto linguistico, il significato del termine realtà, focalizzando l’analisi sulle espressioni fotografiche contemporanee che sembrano sviluppare meglio di altre discipline artistiche l’ambiguità tra reale e verosimile, tra concreto e apparente, tra passato e presente.
L’esposione presenta le opere di 23 artisti internazionali. Da Olivo Barbieri a Sonja Braas, da Adam Broomberg & Oliver Chanarin a Gregory Crewdson, da Thomas Demand a Elena Dorfman. E poi ancora i lavori di Christiane Feser, Andreas Gefeller, Andreas Gursky, Beate Gütschow, Tatjana Hallbaum, Ilkka Halso, Robin Hewlett & Ben Kinsley, Rosemarie Laing, Aernout Mik, Gwon Osang, Sarah Pickering, Moira Ricci, Cindy Sherman, Cody Trepte, Paolo Ventura, Melanie Wiora, Saskia Olde Wolbers. Tutti artisti questi che lavorano attraverso fotografie e video, manipolando la percezione del visibile e costruendo nuovi modelli di realtà.