Scintille tra Appendino e Asproni per la mostra di Manet, arrivano le dimissioni del Presidente della Fondazione Torino Musei

Torino

«Lascio per profonda sfiducia nella nuova amministrazione comunale», è con queste parole che Patrizia Asproni, Presidente della Fondazione Torino Musei, si dimette dall’incarico che ha ricoperto da settembre 2013. Come rende noto La Stampa, le ragioni del gesto vanno individuati nei suoi rapporti con Chiara Appendino, da poco sindaca di Torino, e risalgono a quando ancora la prima cittadina era consigliera di opposizione di Palazzo Civico. Prima il caso Artissima, quando il Comune a trazione Cinque Stelle aveva criticato la scelta della Fondazione di lanciare il bando per la ricerca del nuovo direttore della rassegna di arte contemporanea senza avvisare i nuovi inquilini di palazzo Civico. Ma ora il loro rapporto è arrivato al capolinea. A scatenare l’ira della sindaca, in questo caso, la mancata comunicazione da parte della presidente della Fondazione Musei dell’annullamento della mostra di Edouard Manet in collaborazione con il Musée d’Orsay e Skira, prevista per l’autunno 2017 alla Gam e annunciata già da Piero Fassino che avrebbe dovuto concludere il ciclo dei grandi impressionisti dopo Degas e Renoir. L’accusa mossa ad Asproni è che sapeva che la mostra era saltata ma aveva tralasciato di informare dell’accaduto l’amministrazione, tenendo completamente all’oscuro l’assessora alla Cultura Francesca Leon e la sindaca Appendino. Il faccia a faccia tra le due si sarebbe dovuto svolgere ieri ma non ce n’è stato bisogno perché la stessa Asperoni ha deciso di ritirarsi: «La città ha dimostrato un comportamento non istituzionale, per non dire maleducato e offensivo, nei miei confronti e verso un ente autonomo come la Fondazione, in cui siedono i rappresentanti della Regione Piemonte, della Fondazione Crt e della Compagnia di San Paolo – e ancora – Non mi faccio cacciare, sono io che me ne vado, mi dimetto. È un problema di mancato rispetto delle competenze e del lavoro svolto». Intanto dalla Fondazione, Il Consiglio Direttivo chiede ad Asproni di ripensarci e auspica un immediato confronto della Città di Torino con gli altri soci. Ma ormai sembra essere troppo tardi per qualunque ripensamento.