Prospettive sul petrolio, dall’arte alla macroeconomia

Partire da prospettive opposte per raccontare un unico soggetto, il petrolio, nella convinzione che far incontrare due eccellenze in discipline lontane e diverse, come l’arte e l’analisi macroeconomica sia uno straordinario motore di crescita e arricchimento. È stato l’obiettivo di Prospettive sul Petrolio, un incontro organizzato nell’ambito del progetto Prospettive di Tosetti Value per l’arte, sezione di cui il Family Office si serve per mantenere vivo il suo sguardo sulla cultura, in particolare sull’arte, in sinergia con la propria natura economico-finanziaria. 

Muovendo le fila dalla mostra Where do we stand allestita negli spazi della Tosetti Value, l’artista di fama internazionale Edward Burtynsky ha illustrato motivazioni e metodo che da quasi trent’anni guidano il suo lavoro nella documentazione di un paesaggio che si trasforma continuamente a servizio del progresso. L’intervento dell’autore si è quindi intrecciato con l’esperienza di Francesca Lavazza, presente all’incontro in qualità di collezionista ed esperta di arte, Edoardo Garrone, imprenditore del settore energetico e petrolifero, Presidente del gruppo ERG, azienda che opera nel settore dell’energia, e Dario Tosetti, presidente e amministratore delegato di Tosetti Value SIM. Ciò che Tosetti Value compie attraverso la sintesi dei numeri, il fotografo lo fa per immagini. Ed è il metodo per arrivarci, il rigore dell’analisi del contesto, la ricerca costante, che accomuna entrambi. Intrecciando metodi di analisi e di produzione apparentemente opposti è possibile trovare, nei punti di contatto e divergenza, un allargamento sostanziale dei rispettivi punti di vista. 

Il progetto di Burtysnky Oil indaga sul percorso che fa l’oro nero, dall’estrazione alla raffinazione, dal consumo nella grande cultura dell’auto fino alla fine del suo ciclo. L’autore parte da una ricerca, da un’analisi che deve contenere componenti chiari. Narrando una storia, vuole che le immagini entrino nella coscienza collettiva. Lo fa attratto dall’instabilità delle immagini: luci, forme, colori, aspetti che variano continuamente con i segni lasciati dall’Impresa umana. “Ha questa capacità visiva, estetica di mostrare un mondo dove la presenza dell’uomo è fortissima. L’impatto umano, enorme e invasivo, viene percepito dalla moltitudine delle costruzioni, da questi segni profondissimi lasciati sul terreno che paiono come cicatrici, ma che guardando le sue foto, danno vita a paesaggi estetici meravigliosi” ha commentato Lavazza, che segue il lavoro di Burtynsky con l’interesse e lo sguardo di chi da molti anni, in qualità di collezionista e brand Image della Lavazza, ha compreso quale valore possa portare l’innesto della prospettiva artistica nella propria quotidianità privata e professionale. L’innesto di esperienze può svelare parallelismi che fanno riflettere. E allora è l’ultimo capitolo del lavoro artistico di Burtynsky The end of Oil ad aprire l’intervento di Edoardo Garrone, che ha ormai completato la trasformazione del proprio gruppo in “un’azienda green” dopo una lunga e importante storia industriale nel settore petrolifero.

Emerge che se da un lato può sembrare che alcune fotografie di Burtynsky rivelino la parte negativa del mondo moderno e in questo caso della lavorazione del petrolio, il lavoro artistico ha la forza di portare a una maggiore consapevolezza: “In passato abbiamo commissionato un bellissimo lavoro fotografico delle raffinerie in Sicilia che è servito a raccontare parte della nostra storia industriale nel settore e devo dire che attraverso la fotografia è anche più facile cogliere la complessità di questi impianti e la difficoltà nella gestione delle varie fasi industriali del petrolio”. “In realtà – ha continuato Garrone – Il ciclo del petrolio è molto articolato e si compone di tanti segmenti, che vanno dall’estrazione al trasporto, allo stoccaggio, alla raffinazione, alla distribuzione, alla logistica, al consumo. Tuttavia se l’Ottocento è stato il secolo del carbone e il Novecento quello del petrolio, negli anni Duemila ci avviamo verso l’autosufficienza energetica grazie alle fonti rinnovabili”. In quest’ottica è importante alimentare la coscienza di un nuovo tempo in cui al problema dello sfruttamento ed esaurimento delle risorse si sostituisca l’impegno ad esplorare e operare nella direzione della trasformazione sostenibile, liberi dalle logiche del mercato che troppo spesso condizionano le nostre scelte.

Oil Fields #1 Taft, California, USA, 2002 © Edward Burtynsky, courtesy Admira, Milano & Nicholas Metivier, Toronto
“Il deserto della California, punteggiato di centinaia di piccoli pozzi dalle leve ormai arrugginite, dà vita ad uno scenario che apre all’immaginazione”. La fotografia è parte della mostra, “EDWARD BURTYNSKY, WHERE DO WE STAND” curata da Tosetti Value per l’arte in collaborazione con lo studio Admira. L’esposizione è attualmente in corso presso gli spazi della Tosetti Value nell’ambito del progetto Prospettive. Visitabile su prenotazione. Per informazioni [email protected]; tosettivaluearte.com; www.tosettivalue.com