Maïmouna Guerresi, Talwin

Maïmouna Guerresi è la protagonista della personale Talwin ospitata nella galleria romana Matèria dal 12 novembre fino al 23 gennaio. La mostra che rientra negli eventi collaterali del festival di Fotografia, presenta una serie di lavori fotografici inediti affiancati da un video, Akhfa Zero, una scultura, Adama e il monumentale polittico Students and Teacher. Talwin oltre ad essere il nome della personale è una parola araba che possiamo tradurre in italiano con cambiamento. È questa la chiave per capire il lavoro della fotografa che affacciatasi nel mondo artistico negli ani Settanta come body artist si è convertita successivamente all’Islam cambiando il suo nome da Patrizia a Maïmouna. La fusione fra il clima artistico 70’s e la cultura islamica hanno dato vita a un’estetica unica che le è valsa il plauso anche, per non dire soprattutto, della critica internazionale. I suoi giganti, fotografie che sembrano improbabili sculture gotiche, sono espressione di tensione spirituale verso l’alto, il cielo, il divino, corpi umani avvolti da abiti suntuosi che scoprono un vuoto centrale e misterioso che contrasta con l’espressione rassicurante immortalata nei volti dei ritratti. Guerresi non nasconde le sue ispirazioni per questa serie: Piero della Francesca e Antonello da Messina perché lo scopo dell’artista è sempre stato quello di sottolineare cosa in comune hanno le due culture quella cristiana e quella islamica. Info: www.materiagallery.com