Beowulf, il mito a fumetti

Roma

L’arcaico e leggendario mito di fondazione della famiglia reale danese («Io, Hrothgar, figlio di Halfdan, figlio di Beow, figlio di Skyld, che arrivò sulle nostre coste in una nave alla deriva. Le nostre vittorie sono numerose, la nostra fama si diffonde») diventa una avvincente graphic novel; un’opera che scompone la struttura mitologica per poi tornare ad assemblarla, vignette incapaci di contenere la sfrenata brutalità che si consuma al loro interno, con il sangue temporale (tanto rosso da sembrare sul punto di trapassare la pagina) a rappresentare una presenza costante e inevitabile, filo conduttore spaziale. L’incipit di Beowulf (Tunué, 208 pagine, 19.90 euro)? Un temibile mostro funesta il regno di Hrothgar, re dei danesi («ha ucciso e divorato trenta dei nostri fratelli e compagni. Procedete figli miei. Che la collera dei danesi inondi i campi di sangue. Uccidete il mostro»). Dunque, già dalle prime tavole, si capisce che abbiamo a che fare con uno spettacolare adattamento a fumetti, quello dell’omonimo poema epico incompiuto scritto in una variante sassone occidentale dell’anglosassone.
Gli autori David Rubín (disegni) e Santiago García (testi) presentano al lettore una storia che è un vero e proprio mix di eroi, mostri e fierezza, ma anche di malinconia; dunque stiamo parlando di un lavoro sofisticato, emozionante e coinvolgente, anche perché va considerato che una materia narrativa come quella di Beowulf, in grado di influenzare perfino John Ronald Reuel Tolkien, è decisamente nelle corde del talento grafico di Rubín (nel 2006 vince il premio per il miglior fumetto al festival de La Coruña), mentre García (nel 2011 al salone del fumetto di Barcellona ha ricevuto il premio per la sua opera di divulgazione) ha mantenuto immutati trama e personaggi, luoghi delle vicende e tempi. Un uomo valoroso, Beowulf – «con le mie nude mani e la mia spada uccisi nove balene. La mia carne non è un banchetto per i mostri» – grande guerriero dei Geati (stirpe che abitava una regione della Svezia), le cui gesta hanno ispirato anche alcuni film: l’ultimo adattamento cinematografico è “La leggenda di Beowulf”, diretto nel 2007 da Robert Zemeckis. Ma nel fumetto edito da Tunué il vantaggio è proprio quello di una lettura, che si può assaporare un po’ alla volta, godendo dei dettagli e delle minuzie che la coppia di professionisti spagnoli ha portato avanti. Al pari di una bestia liberata dopo anni di cattività, Beowulf – mitico figlio di Edgetho, nipote di Higlac – non teme nulla e nessuno perché, come lui stesso ammette, «l’oro si consuma, la vita finisce. Solo la gloria è eterna».

Info: www.tunue.com/it

 

Articoli correlati