Maziar Mokhtari a Napoli

La galleria Dino Morra arte contemporanea ha inaugurato la sua nuova sede espositiva, presentando al pubblico la personale di Maziar Mokhtari, artista finalista al Talent Prize 2013 (Isfahan, Iran, 1980), intitolata Ceremony e curata da Chiara Pirozzi. La nuova fascinosa location, parte del complesso ottocentesco dell’ex Lanificio di Porta Capuana, ha fornito al giovane artista iraniano l’opportunità di proseguire su sentieri di ricerca intrapresi da tempo, attraverso il concepimento di un’installazione site-specific che dota di una nuova luce uno spazio difficile cui bisognava dare la possibilità di intervenire.

Mokhtari è architetto di una contemplazione che connette antichi simbolismi a contemporanee ridefinizioni, è responsabile della dimensione mistica che pervade l’ambiente, evocata attraverso l’allestimento di una sacralità che si concreta nella costruzione di un luogo che sembra pensato per un rito religioso. L’artista riveste le pareti con teli di plastica su cui stende grandi quantità di colore giallo, dichiarando da un lato il suo attaccamento al medium pittorico classicamente inteso e mai abbandonato, dall’altro al ricordo dei muri della sua città natale, in un continuo oscillamento osmotico tra passato e presente. All’interno del tempio di Mokhtari vengono giustapposti un trono e due statue, elementi che evidentemente amplificano il carattere sacro di un rito cui prendono parte oggetti completamente svuotati delle funzioni originarie e dotati di una nuova significazione, come nel caso delle centottanta bottiglie di plastica che diventano contenitori di luce deformati dopo l’assorbimento di un’energia.

«L’idea – afferma Mohktari – di creare una sorta di acropoli in uno spazio connotato da un’architettura quasi templare è alla base dell’intervento». L’artista inoltre riserva allo spettatore la possibilità di integrarsi con l’opera, di partecipare alla cerimonia, attraverso l’inserimento di specchi che hanno anche il compito importante e gravoso di diffondere la luce, che è tematica centrale nella poetica di Mokhtari. L’utilizzo di materiali poveri e di recupero rivestiti di nuovi mistici significati all’interno di un ambiente diversamente illuminato svela la reale traiettoria operativa dell’artista, intrisa di riferimenti alla religiosità antica e contemporanea, ma anche di un vissuto influenzato da due culture differenti, quella occidentale, decisiva negli anni di formazione, e quella orientale, di cui è figlio.

Dal 26 marzo al 15 maggio, Dino Morra Arte Contemporanea, piazza Enrico De Nicola 46, Napoli; info: www.dinomorraartecontemporanea.eu/sito