Agli Uffizi riapre la Sala dell’Ermafrodito

Firenze

La Sala dell’Ermafrodito della Galleria degli Uffizi torna visibile. Era chiusa dallo scorso autunno per realizzare il nuovo allestimento che comprende anche un grande dipinto di Jacopo Ligozzi, oggetto di una recente donazione. La fama goduta dalla statua di Ermafrodito, raffinata copia romana di età imperiale di un originale ellenistico della metà del II secolo a.C., fu tale che, a partire dal 1669, anno del suo ingresso nelle collezioni granducali, tutti gli ambienti che ebbero l’onore di ospitarla ne assunsero la denominazione, a prescindere dall’importanza dei capolavori pittorici che ne condividevano l’allestimento. Nella sala 38 della Galleria, l’Ermafrodito è sistemato dalla prima meta’ dell’Ottocento, quale opera centrale di un gruppo di lavori ispirati alla cultura di Francesco I de’ Medici, fine collezionista e mecenate. Fra queste spicca l’Allegoria della Virtù di Jacopo Ligozzi: il quadro fu alienato entro il 1720 e, dopo vari passaggi, fu acquistato dal mercante d’arte francese Jean-Luc Baroni che, in ricordo del padre Giancarlo, nel 2014 ha deciso di farne generosamente dono alla Galleria per ricongiungerlo al suo clima d’origine. Per accogliere l’Allegoria di Ligozzi è stata riordinata questa sala, grazie al contributo determinante dell’Associazione Amici degli Uffizi. Le pareti del vano, cui si accede dal ricetto delle iscrizioni del terzo corridoio della Galleria, sono state tinteggiate dello stesso rosso cremisi che connota la Sala di Michelangelo e gli ambienti dedicati alla pittura del Cinquecento, al primo piano di ponente della Galleria.