Misantromorfina

«Perché mi piace vedervi stare male. Vedervi soffrire per la vita che fate. Per le cose insoddisfacenti che possedete. Per il posto in cui vivete». È una storia del volersi (davvero) male quella che emerge, prorompente, dalle pagine della graphic novel Misantromorfina, ovvero la misantropia come palliativo per superare il dolore. Edito da Eris, il volume in bianco e nero (128 pagine, 15 euro) realizzato da Armin Barducci, classe 1976, presenta al lettore le vite di cinque ragazzi provenienti dallo stesso, insignificante quartiere; un anonimo grigio cemento anni Settanta dove questi giovani non possono vivere (sopravvivere?) senza farsi del male l’un l’altro.

Perennemente insoddisfatti, frustrati dall’impossibilità di costruirsi un futuro diverso, inadatti a intrecciare qualsivoglia relazione umana, preferiscono infliggere dolore a se stessi oppure agli altri («volevo dirti che non sta bene sparare pallini sulla gente che passa», si lamenta il malcapitato di turno). Nato a Bolzano, dove tutt’ora vive e lavora, Barducci ha pubblicato per numerose case editrici italiane e da un paio d’anni continua a produrre attraverso l’etichetta Underkraut. I protagonisti del suo Misantromorfina sono i figli dei peggiori anni della crisi («ti dico che con questa politica non si va da nessuna parte»), privi di prospettive, con una visione precaria della vita e ossessionati da impossibili sogni di emancipazione e di realizzazione («viviamo veramente in un paese schifoso»).

Da leggere ascoltando in sottofondo brani come Siamo morti a vent’anni di Il Cile oppure Inno all’odio dei Linea 77, in bilico tra pessimismo e surrealismo, questo volume a fumetti racconta – attraverso una narrazione dura e cruda, dove l’autore non giudica i suoi personaggi né fa sconti di sorta – la dipendenza dalla cattiveria e la mancanza di fiducia nei confronti del genere umano, sviscerando le esistenze di giovani che hanno ereditato un mondo ostile e senza vie di fuga: quello della crisi economica, sociale e culturale. Uno dei protagonisti di Misantromorfina è Fivi, inquietante ragazzo che cela il volto sotto una maschera dal naso appuntito e trascorre le giornate impallinando i passanti con una pistola ad aria compressa. Il suo malsano obiettivo? Mortificare con un cinismo spietato le illusioni e i sogni irrealizzati dei suoi amici. Perché Fivi adora crogiolarsi senza scrupoli nel dolore che riesce a procurare loro e da ciò trae le più grandi soddisfazioni alle quali possa ambire. Lupo tra i lupi. Cattivo tra i cattivi. La redenzione non alberga da queste parti. Info: www.erisedizioni.org

Articoli correlati