Due dimensioni di Roma 1914-2014

Prima del 3D, esisteva già una maniera per fingere tridimensionalità a partire da una superficie piana. Il sistema è stato inventato subito dopo la nascita della fotografia e attraverso questa veniva realizzato. Il principio è basilare: due ottiche, al posto di una, poste sulla macchinetta fotografica a una distanza che riproduce l’angolo visivo della vista umana, si scattava la fotografia che contemporaneamente produceva due immagini. All’apparenza identiche, queste due foto, rappresentavano la visione dell’occhio destro, e di quello sinistro. I due scatti, una volta stampati, venivano osservati in un apposito strumento che univa le due immagini sommandole e regalando una sensazione di tridimensionalità. Questa era la fotografia stereoscopicha.

Nella villa Aldobrandini, a villa Borghese, c’è un’esposizione su questo genere fotografico con lavori di Vacchini Pizzetto databili fra il 1914 e il 1948 che hanno come unico tema Roma. Le immagini riproducono una città lontana dall’estetica cartolina e sembrano avvicinarsi a un tipo di fotografia giornalistica. A completare il quadro dell’esposizione, i lavori di Gilberto Maltinti e Lorenzo Dinache che interpretano in chiave contemporanea temi e tecnica dell’antico fotografo. Il titolo della mostra non a caso è Le due dimensioni di Roma 1914-2014. Info: www.pariolifotografia.it