Macro, nomina del direttore. Flavia Barca: «Dipende dal sindaco Marino». Bulgari: «Non basta, manca un piano B»

Roma

Partita ancora aperta sul Macro, ma la sensazione è che la questione stia diventando sempre più politica e meno tecnica. Al museo romano di arte contemporanea manca un direttore. La sua collezione d’arte va incontro a un destino incerto. La gestione è stata rimbalzata da un ufficio a un altro del comune di Roma. La giunta aveva promesso la nomina di un direttore, quindi l’istituzionalizzazione del museo, e in tempi brevi (entro Natale, ndr). Ma questa mattina l’assessore alla Cultura del comune di Roma Flavia Barca, all’inaugurazione del teatro di villa Torlonia, ha spiegato i margini entro i quali si sta svolgendo la trattativa: «Il direttore del museo Macro – ha detto a Insideart – rientra nel numero dei dirigenti esterni all’interno della macrostruttura del comune di Roma. Quindi la valutazione andrà fatta  dal sindaco in relazione alle posizioni e alle strutture in cui inserire i dirigenti esterni. Io, francamente, mi auguro che un dirigente esterno lo avremo per il Macro in tempi stretti, ma questo dipende più dal sindaco ormai». A quanto pare, quindi, si tratterebbe di una mera attribuzione di incarichi, in cui, ci si augura, possa rientrare anche il Macro, anche se la garanzia sulla risoluzione definitiva del problema ancora latita. Lo ribadisce anche  il presidente dell’associazione MacroAmici Beatrice Bulgari: «Non cambia nulla, ci ha promesso che avrebbe fatto di tutto, e noi abbiamo ragione di crederle, ma nello stesso tempo resta un dubbio: se il sindaco non approvasse la richiesta della nomina di un dirigente esterno per il Macro quale sarà il piano B? Sono mesi che l’assessore Barca sostiene questa tesi, ma non ci ha ancora detto la sua proposta nel caso in cui il primo cittadino non dovesse assecondare la sua rivendicazione in favore del Macro».

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