Un’estate di Land art nel cuore del Trentino

Trento

Nella trentina Val di Ledro la creatività artistica torna a farsi complice della natura con le otto nuove opere innestate nel paesaggio incantato della pineta di Pur, cuore verde della valle. Dopo il successo della prima edizione di Ledro Land Art, percorso di arte nel verde avviato lo scorso anno dal comune di Ledro per valorizzare il paesaggio e promuovere la riflessione su pratiche artistiche nel territorio naturale, l’edizione di quest’anno sarà svelata al pubblico oggi, dalle 18, con un evento in cui arti visive, sonore e performative e resterà allestita al 30 agosto. Lungo il suggestivo sentiero che, costeggiando il torrente Assat conduce a Malga Cita, hanno lavorato quest’anno, reinterpretando gli spazi e interagendo con gli elementi della pineta: Giovanni Bailoni, Andrea Gaspari, Pietro Gellona e Maurizio Vescovi, Micol Grazioli, Roberta Rizzi e Caterina Agazzi, la formazione artistica How we dwell (make your own residence) – Marco Gobbi con Cristiano Menchini e Adriano Valeri, Angelo Morandini, Plamen Solomonski. Una scopa gigante che crea un cortocircuito visivo e solcando il terreno al suo passaggio lascia una traccia, un nuovo tratto di sentiero fiorito è Stop Motion di Plamen Solomonski. Trincea è un’area percorribile realizzata da Roberta Rizzi e Caterina Agazzi (LandAlab) con sacchi di juta, terra e semenze che si configura come uno spazio di difesa in cui la natura stessa possa mimetizzarsi e ridefinire i suoi confini. Nascondono uno straordinario segreto le travi di legno piantate nel terreno da Angelo Morandini per il suo Alambicco sonoro: distillano onde, frequenze e vibrazioni per intrecciarle con il paesaggio sonoro della pineta attraverso una piccola radio cristallo. I volti nella terra di Micol Grazioli sono l’impronta in negativo della parte più recettiva del nostro corpo: maschere sprofondanti, osservanti, ascoltanti e annusanti da dentro la terra, la quale rimane in attesa dei visitatori che, piegandosi per osservarle, azzardano un inchino. Solido geometrico che non le forze naturali ma l’azione umana soltanto può produrre, la grande Sfera di Pietro Gellona e Maurizio Vescovi (LandAlab) ha una superficie vegetale che nega la levigata perfezione, le attribuisce un carattere tattile. Una pianta i cui rami si sviluppano secondo traiettorie inusuali e che offre una rosa rossa al vento, alla pineta o a coloro che si inoltrano al suo interno, è L’albero innamorato di Andrea Gaspari. Marco Gobbi, Cristiano Menchini e Adriano Valeri – riuniti nel collettivo How we dwell (make your own residence) – durante la realizzazione di Like wood mobiles, stuttura abitativa sospesa tra gli alberi e ispirata all’arte di Calder, abitano l’opera facendo della processualità parte integrante della stessa. Il vecchio e il bambino di Giovanni Bailoni camminano attraverso la pineta affidandosi alla natura che offre il suo ritmo lento, quieto e consapevole, simile alla saggezza taciturna degli anziani.