Gli spazi di Claerbout

Il Mart di Rovereto propone per la prima volta al pubblico italiano una mostra dedicata a David Claerbout a cura di Saretto Cincinelli. L’artista, uno dei più innovativi nel panorama internazionale, lavorano con le immagini in movimento, il cui studio negli ultimi anni è stata al centro di importanti personali come al centre Pompidou, Parigi nel 2007 o al De pont museum for contemporary art, Paesi Bassi nel 2009 senza dimenticare il Wiells di Bruxelles, San Francisco museum of art, Secession, Vienna e il Parasol unit foundation for contemporary art, Londra.

L’esposizione è realizzata in stretta collaborazione con lo stesso David dando vita a un’importante panoramica delle videoinstallazioni: opere che indagano lo statuto dell’immagine nella sua duplice natura di immagine-tempo e immagine-movimento. L’allestimento, affidato all’architetto Pedro Sousa, rimuovendo completamente la naturale gerarchia degli spazi del primo piano del museo, crea un ambiente totale, in cui opere e architettura appaiono completante integrate, al punto che risulta arduo stabilire se sia l’opera a modulare la spazialità preliminare o lo spazio ad essere predisposto per accoglierla. Il museo trentino vuole approfondire una ricerca che permetta di capire come l’utilizzo del digitale abbia aperto nuovi orizzonti percettivi, estetici e concettuali alla visione contemporanea.

Tra le opere proposte, Bordeaux piece, dove un’azione si replica in maniera quasi identica in un tempo che invece si trasforma silenziosamente dell’alba alla notte nel suo monumentale perdurare. Sections of happy moment, fissa la molteplicità dei punti di vista impliciti in un istante dischiuso, dilatando interminabilmente il tempo della sua durata e facendoci percepire la simultaneità spaziale come progressione temporale; Riverside, giocando con le aspettative precostituite dello spettatore, mostra come due eventi che si svolgono in uno stesso luogo ma evidentemente in tempi radicalmente diversi entrano in ma sincronia fatalmente contraddittoria o The american room, interventi impercettibili ed estremamente sofisticati tendono a mettere in dubbio la staticità della fotografia, del movimento filmico e della distanza spaziale, producendo nello spettatore la sensazione di potersi muovere liberamente nel tempo congelato di una foto.

fino al 13 gennaio

Mart, Corso Bettini 43, Rovereto

info: www.mart.trento.it