Padiglione Italia, budget quasi dimezzato rispetto alla gestione Sgarbi

Roma

Sarà un Padiglione Italia basato su un dialogo transgenerazionale, con un allestimento semplice, dove l’arte giovane troverà la giusta visibilità. Di certo diverso da quello curato da Sgarbi “la cui densità era fuori misura”, spiega il neo curatore Bartolomeo Pietromarchi che oggi ha presentato alla stampa il progetto che ha convinto il ministero dei Beni culturali ad assegnargli la responsabilità del Padiglione italiano alla Biennale. Una presentazione con poche notizie, “per rispetto agli organizzatori della Biennale che incontreranno i curatori dei vari padiglioni nazionali il 25 ottobre”. Quello che è certo, è il budget di 600mila euro, inferiore cioè a quello previsto per la scorsa edizione, quando a Sgarbi fu messo a disposizione un milione di euro, anche grazie ai finanziamenti previsti per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Dei 600mila euro previsti, 200mila andranno alla Biennale per la gestione ed i servizi, 400.000 per il progetto curatoriale che potrebbero diventare di più (forse sei/settecento, secondo Pietromarchi) grazie agli sponsor privati: “Per il padiglione Architettura, che da un budget iniziale di 400mila euro è arrivato ad una spesa finale di un milione di euro, sono stati molti i privati, ci auguriamo che siano altrettanti anche per il Padiglione Arte”, sostiene Maddalena Ragni, commissario del Padiglione Italia e direttore generale per il Paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanea del ministero dei Beni culturali.