Dal 5 al 22 giugno 2025, la Galleria delle Vasche de La Pelanda, all’interno del Mattatoio di Roma, ospita la mostra “Ottavio Celestino. ANIMAL QUESTION”, a cura di Michela Becchis e Nicoletta Provenzano. L’esposizione gratuita, promossa dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e realizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo in collaborazione con l’Archivio Celestino, propone un percorso fotografico che esplora la relazione tra esseri umani e mondo animale. L’artista romano, attivo fin dagli anni Ottanta, mette in scena un’indagine visiva che fonde memoria, mitologia e attualità.


Uno sguardo fotografico sull’animalità
La mostra si sviluppa come una riflessione articolata sul modo in cui la società contemporanea percepisce l’animalità. Ottavio Celestino, da sempre impegnato in una ricerca sull’interazione tra uomo e ambiente, propone una serie di immagini che evocano la potenza simbolica e la resilienza del mondo animale. Le fotografie assumono la funzione di icone laiche in grado di attivare nello spettatore un processo catartico. Questo elemento trova una risonanza particolare con il contesto espositivo: l’ex Mattatoio di Testaccio, oggi trasformato in centro culturale, diventa spazio di rigenerazione visiva e spirituale.
Il percorso di Animal Question si apre con ritratti di grande formato dedicati a bovidi ed equini, figure che evocano sia forza che vulnerabilità. A questi si affianca un gruppo di immagini derivate da fotografie ottocentesche del conte Giuseppe Primoli, rielaborate da Celestino e corredate da documenti d’archivio relativi all’area di Testaccio, forniti dall’Archivio Capitolino. Queste opere stabiliscono un ponte tra passato e presente restituendo una memoria collettiva che si intreccia con l’identità del luogo.


Animal Question: Dalla classicità alla biografia visiva
Nel cuore della mostra si colloca il dialogo tra fotografia e scultura. Due serie principali guidano questo segmento: Mnemosyne, ispirata all’“Atlante della Memoria” di Aby Warburg e al concetto di Pathosformel, e una raccolta di immagini ottenute da sculture classiche immortalate in diversi musei. Entrambe propongono un’indagine sulle forme zoomorfe derivate dalla tradizione classica e dalla natura dando vita a una sorta di mappa emotiva e visiva di una civiltà che riconosce all’animale un valore sacrale.
Le opere riflettono così sulla persistenza di gesti, movimenti e archetipi che attraversano i secoli rendendo visibile una continuità simbolica tra antico e contemporaneo. La fotografia non si limita a documentare, ma diventa uno strumento attivo di interpretazione culturale. Il lavoro di Celestino costruisce un repertorio iconico in cui la figura dell’animale emerge come presenza viva e profondamente intrecciata alla storia umana.


Umano e animale: un rapporto in bilico
La sezione finale di Animal Question introduce la figura umana nel racconto visivo mettendo in scena una relazione tanto profonda quanto ambigua tra l’uomo e l’animale. Le immagini rivelano la difficoltà di comprendere pienamente l’alterità animale e al tempo stesso esprimono l’urgenza di costruire un equilibrio non solo estetico, ma anche etico.
Il lavoro di Celestino si distingue così per una visione che tende alla rivelazione più che alla rappresentazione. Le sue immagini, visionarie e penetranti, invitano a interrogarsi sulle dinamiche che regolano il nostro rapporto con le altre specie, sfidando le barriere percettive e culturali che ancora oggi separano l’umano dal non umano.
La mostra è accompagnata da un catalogo, presentato il 17 giungo 2025 presso la Libreria di Palazzo delle Esposizioni Roma, pubblicato da Tiburtini con testi di Tobia Zevi, Manuela Veronelli, Alessandro Guetta, Valeria Petitto, Fabrizio Scrivano, Caterina Volpi, oltre alle curatrici Michela Becchis e Nicoletta Provenzano.
