Una delle opere meno celebrate di Carlo Scarpa, maestro dell’architettura italiana del Novecento, torna oggi al centro dell’attenzione. Si tratta della biglietteria d’ingresso ai Giardini della Biennale di Venezia, realizzata tra il 1951 e il 1952 in occasione della XXVI Biennale Internazionale d’Arte. Collocata proprio di fronte all’attuale accesso principale dell’area espositiva, questa struttura di piccole dimensioni custodisce in sé molti dei tratti distintivi dell’approccio artigianale e sofisticato di Scarpa. Riscoperta e restaurata, oggi è nuovamente visibile al pubblico, rivelando soluzioni progettuali raffinate, materiali studiati e un pensiero architettonico coerente con le esigenze del contesto e dell’epoca.


Storia e contesto del progetto
La biglietteria fu progettata su incarico del segretario generale Rodolfo Pallucchini, che indicò come requisito fondamentale la necessità di non ostacolare la vista lungo il viale d’accesso ai Giardini di Castello. Carlo Scarpa rispose con un manufatto leggero, smontabile e permeabile alla vista, capace di integrarsi con discrezione nell’ambiente circostante.
Accanto alla biglietteria, Scarpa lavorò anche alla sistemazione del cortile delle sculture del Padiglione Italia. Tuttavia, a differenza di quest’ultimo, la biglietteria rimase per lungo tempo poco documentata e in parte dimenticata. Non è nemmeno menzionata nell’archivio ufficiale dedicato all’architetto, sebbene rappresenti a pieno titolo il suo linguaggio progettuale fatto di precisione artigianale, sperimentazione sui materiali e attenzione al contesto.
Nel 2006, la falegnameria Capovilla – con cui Scarpa intratteneva un rapporto professionale già dagli anni Trenta – ha curato il restauro e la ricollocazione della struttura. Questo intervento ha restituito all’opera la configurazione originaria pensata per essere stagionale: montata durante il periodo delle esposizioni, smontata nei mesi invernali.


Forma, materiali e soluzioni costruttive
La biglietteria si distingue per l’utilizzo di materiali diversificati e l’estrema cura dei dettagli costruttivi. Il corpo principale, di forma circolare, è sormontato da una pensilina con profilo a mandorla, sostenuta da tre pilastri metallici a sezione cruciforme che convergono in una struttura a Y. La copertura, composta da un telaio in legno di frassino e teli in tessuto, ricorda per forma e assemblaggio la vela di una barca.
Alla base si trova una piattaforma in cemento lavato, utilizzata anche per le recinzioni circostanti. La parte superiore è invece interamente vetrata: sul fronte pubblico i pannelli sono trasparenti e privi di telaio, mentre sul retro risultano traslucidi e intelaiati. I montanti metallici sono rivestiti in legno sagomato, con curvature che richiamano l’ambiente nautico. Lo stesso banco della biglietteria presenta una linea curva e funzionale, in armonia con gli interni essenziali di un’imbarcazione.
Ogni giunzione e ogni connessione sono state studiate per essere visibili e raccontare il modo in cui gli elementi interagiscono tra loro. Ganci metallici e corde tengono tese le vele, mentre doghe e sostegni si inseriscono con precisione orologiera nella struttura portante. La copertura invernale attuale protegge il manufatto dagli agenti atmosferici, senza alterarne l’aspetto originario.


Un’opera che incarna l’estetica di Carlo Scarpa
Benché oggi la biglietteria non sia più utilizzabile per la sua funzione originaria a causa dell’aumento del numero di visitatori delle Biennali, essa continua a offrire spunti di riflessione sull’opera dell’architetto veneziano. Il progetto esprime appieno la logica costruttiva e l’estetica dell’assemblaggio che contraddistingue molte delle sue realizzazioni, come il Museo di Castelvecchio o la Fondazione Querini Stampalia.
L’attenzione al dettaglio, la scelta dei materiali, il dialogo tra elementi tecnici e decorativi, rendono questo piccolo edificio un compendio della poetica di Carlo Scarpa. La forma, i riferimenti al mondo della nautica e la predisposizione allo smontaggio stagionale parlano di un pensiero architettonico capace di coniugare funzionalità, memoria e bellezza.
La biglietteria dei Giardini della Biennale rappresenta dunque non solo una testimonianza storica ma anche un esempio concreto del legame profondo tra architettura e artigianato che Carlo Scarpa ha saputo coltivare lungo tutta la sua carriera.
