In un’epoca in cui il mondo si interroga sulle traiettorie culturali, sociali ed economiche da seguire, The ART Symposium si conferma con forza come uno dei momenti più alti del dibattito contemporaneo. Promosso da Inside Art, testata da sempre in prima linea nella valorizzazione del sistema culturale italiano e internazionale, e ospitato nella prestigiosa sala delle colonne della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il simposio ha celebrato il suo secondo appuntamento annuale il 19 maggio 2025, confermandosi come una piattaforma d’eccellenza per il confronto tra saperi, visioni e strategie.
Con il sostegno del Gruppo Unipol e dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, e in collaborazione con The Skill, l’iniziativa ha dato voce a istituzioni, imprese, fondazioni, accademie e attori internazionali, uniti da un comune intento: ribadire che la cultura non è un solo un bene rifugio, ma una forza strutturale, capace di orientare lo sviluppo, costruire ponti tra i paesi e restituire senso e visione al nostro tempo.

Il successo della giornata si deve anche alla guida di Guido Talarico, direttore ed editore di Inside Art, e alla lungimiranza di Renata Cristina Mazzantini, direttrice della GNAMC, che hanno saputo creare un luogo di confronto autentico tra pubblico e privato, tra arte e impresa, trasformando il simposio in uno spazio di pensiero condiviso e proiezione concreta verso il futuro.
Questa seconda edizione si è distinta per la qualità e la profondità del dialogo, la pluralità degli interventi e l’elevato profilo dei relatori coinvolti. Tre panel tematici hanno attraversato i grandi snodi del nostro presente – diplomazia, economia, governance – restituendo un’immagine viva, concreta e articolata del ruolo che la cultura può e deve giocare. Il successo di quest’anno è testimoniato non solo dall’affluenza di pubblico e dalla partecipazione di ospiti istituzionali di rilievo nazionale e internazionale, ma anche dall’impatto del dibattito, capace di attivare riflessioni trasversali e prospettive operative che guardano lontano. Un evento che non ha solo descritto lo stato dell’arte, ma ha contribuito a disegnarne il futuro.







Diplomazia culturale e soft power: la cultura come strumento di pace
A inaugurare i lavori è stata la direttrice della Galleria Nazionale, Renata Cristina Mazzantini, che ha ricordato come la cultura rappresenti una risorsa strategica troppo spesso sottovalutata. Lo ha ribadito anche Guido Talarico, editore e direttore di Inside Art, sottolineando l’urgenza di costruire una visione condivisa tra pubblico e privato.
Nel primo panel, moderato dall’ambasciatore Francesco Maria Talò, il tema della diplomazia culturale è stato messo a fuoco in tutta la sua complessità. «L’Italia è una superpotenza della cultura», ha ricordato Talò, evocando il soft power come forza sottile ma decisiva nei rapporti internazionali.
Tra gli interventi, quello di Antonella Baldino, CEO dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, ha mostrato come la cultura possa essere sostenuta da strumenti di blending finance innovativi e sostenibili. La cultura, ha detto, è anche un veicolo di cooperazione internazionale, come dimostrano le iniziative promosse in ambito Agenda 2030.
A lanciare un monito etico è stato invece Alberto Gambino, prorettore dell’Università Europea, che ha affrontato il delicato rapporto tra cultura e intelligenza artificiale, richiamando la necessità di preservare il sapere critico e il talento umano nell’epoca degli algoritmi.
Infine, la testimonianza di Luboš Veselý, direttore della Karel Komárek Family Foundation, ha riportato la discussione al cuore del conflitto ucraino, raccontando l’impegno della sua fondazione nella difesa del patrimonio culturale come atto di resistenza civile.

Governance e patrimonio: il ruolo del pubblico, del privato e della responsabilità condivisa
Nel secondo panel, guidato da Guido Talarico, si è approfondito il tema della gestione condivisa delle risorse culturali. Un confronto corale tra musei, fondazioni, imprese e grandi eventi che ha mostrato come la cultura possa – e debba – essere un bene comune, accessibile, inclusivo e sostenibile.
Maria Pace Odescalchi, vicepresidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, ha raccontato la fatica quotidiana di chi, nel privato, si prende cura di un patrimonio diffuso spesso invisibile ma essenziale alla memoria del Paese.
Evelina Christillin, presidente del Museo Egizio di Torino, ha invece presentato un modello virtuoso di collaborazione pubblico-privato, sottolineando come la cultura richieda visione a lungo termine e progettualità scientifica.
Giulia Zamagni, responsabile di CUBO – Museo d’Impresa del Gruppo Unipol, ha ribadito l’importanza dell’impresa come attore culturale attivo, capace di generare impatto sociale, memoria collettiva e valore condiviso.
Davide Vincent Mambriani, responsabile degli eventi culturali del Giubileo 2025, ha portato il punto di vista di un grande evento spirituale trasformato in esperienza culturale universale, capace di mettere al centro la bellezza come linguaggio di dialogo e fratellanza tra i popoli.

Investire in cultura: etica, impatto e visione strategica
Il terzo e ultimo panel ha messo al centro la relazione tra cultura ed economia, superando la dicotomia tra profitto e valore. Moderato da Mazzantini, l’incontro ha visto protagonisti tre grandi nomi della finanza e dell’impresa.
Andrea Marchiori, CEO di Techbau, ha raccontato un modello d’investimento guidato dalla passione e dalla responsabilità sociale, senza ritorni economici diretti ma con l’obiettivo di generare valore civile e artistico.
Ernesto Lanzillo, responsabile Deloitte Private per l’area Mediterranea, ha affrontato il tema del mecenatismo contemporaneo, descrivendo un nuovo ecosistema culturale in cui l’investimento in arte è anche uno strumento di impatto e inclusione.
Ernesto Fürstenberg Fassio, presidente di Banca Ifis, ha parlato di arte come bene rifugio ma anche come atto di restituzione. Emblematico il caso del murale The migrant child di Banksy, salvato dalla demolizione e affidato a un progetto di tutela e valorizzazione che guarda al futuro.

La cena di Gala nella cornice del museo
A concludere The ART Symposium 2025, una cena di gala nella quadreria della GNAMC, dove Guido e Sophie Talarico, insieme alla direttrice Cristina Mazzantini, hanno accolto oltre duecento ospiti. Tra arte e impresa, istituzioni e comunicazione, la serata ha riunito personalità di spicco italiane e internazionali tra cui Laura Mattarella e Cosimo Comella, Stefano Genovese di Unipol, Daria Perrotta, Ragioniera Generale dello Stato, Mohammed Al Neyadi, fondatore di Smart Solutions, S.E. Abdulla Ali Alsubousi, Ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti in Italia, la Deputata Marianna Madia, Marco Nicolais, Alessandra De Marco del Dipartimento informazione editoria, Beniamino Quintieri, Presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, Ugo Pierucci, Presidente del Board di TEFAF, Ugo Brachetti Peretti, Arturo Nattino, Bernabó Bocca, Benedetta Geronzi, l’Ambasciatore Francesco Maria Talò, l’Ambasciatore Stefano Beltrame, la direttrice del MAXXI Maria Emanuela Bruni, la direttrice del MACRO Cristiana Perrella. Un momento conviviale che ha confermato la cultura come spazio di incontro, visione e investimento condiviso.



Photo credits
Panel 1 e 2: Giordano Bufo
Panel 3 e Cena di Gala: Marta Ferro