Il Presidente di Banca Ifis, Ernesto Fürstenberg Fassio risponde alla domanda d’apertura di Renata Cristina Mazzantini, moderatrice dell’incontro, su come mai una banca decida di puntare così tanto sul settore cultura e sull’arte contemporanea: «Dalla mia posizione di banchiere penso sia molto importante diversificare la posizione del capitale. Se consideriamo gli artisti contemporanei giovani, sono d’accordo si tratti di un investimento ad alto rischio perché parliamo di artisti che non hanno ancora stabilito una posizione importante all’interno del mercato dell’arte. Non sono d’accordo, invece, per quanto riguarda gli artisti storicizzati. In questo senso l’arte Master aiuta a diversificare anche la componente di stato che abbiamo e contribuisce a creare asset più durevoli. Artisti come Alighiero Boetti o Alberto Burri vengono addirittura consigliati dalle gallerie, si tratta di un vero e proprio bene rifugio».

«Nella filantropia emerge un primo aspetto, quello del green washing, ovvero quell’attitudine di azione che guarda esclusivamente al proprio brand e al ritorno personale. A livello intermedio, win-win, si vede invece il raggiungimento di un obiettivo di owness sul brand, che possa sposarsi con un’iniziativa importante anche in ambito sociale; il terzo livello è quello del valore che si genera nel campo della dimensione filantropica e ha un impatto maggiore all’esterno. Paradossalmente, questo tipo di operazioni arricchiscono di molto il brand: pur non avendo un ritorno nel brevissimo, consolidano un risultato importante. L’arte ha questo compito, fare da anello di congiunzione in questo sistema tra istituzioni private e musei. Con IFIS facciamo questo perché pensiamo che una banca oltre a conservare il denaro debba contribuire a sostenere il mercato dell’arte, sia privato che pubblico. Una banca conserva in qualche modo il patrimonio culturale del proprio Paese e l’Italia ha una straordinario patrimonio culturale. Tutto quello che facciamo nel pubblico non è una questione di ritorno economico soltanto, ma serve a dare una maggiore fruizione al pubblico».
Fürstenberg regala al pubblico il racconto emblematico del caso Banksy: «Il murale The migrant child di Banksy è un esempio perfetto che descrive la collaborazione tra pubblico e privato. Negli scorsi mesi Luca Zaia e il Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro hanno portato alla mia attenzione il problema di Banksy. Lo sappiamo bene, nella street art la tela è il palazzo. E il palazzo su cui si trova il murale impedisce il passaggio di uno dei vaporetti di Venezia. Per questo motivo abbiamo indagato con degli avvocati che si occupano di diritto d’autore su come proteggere l’opera d’arte nel momento in cui viene rappresentata su una superficie, privata o pubblica che sia, che in questo caso si trova sotto la giurisdizione del comune di Venezia. Abbiamo deciso di acquistare il palazzo, il valore dell’opera è raddoppiato rispetto al valore del palazzo e siamo diventati proprietari dell’opera. Questo è un passo importantissimo, anche per l’acquisizione da parte dell’Italia di un’opera di questo calibro. La filantropia vera è quello che faremo: il palazzo verrà abbattuto per permettere il passaggio del vaporetto, l’opera sarà staccata dal muro e restaurata da uno dei migliori restauratori che ha lavorato già al restauro di due opere dello street artist a Bristol e, con la stessa tecnica verrà staccata, restaurata e riposta in teca dove verrà custodita per non essere danneggiata. L’operazione è nata già diversi mesi fa, quando abbiamo dovuto anche preservare l’opera dalla stessa crew di Banksy per evitare che venisse distrutta, conoscete tutti il rapporto difficile che ha l’artista con le banche, ma stiamo cercando di instaurare una relazione fertile anche con lui, acquisendo un piccolo nucleo di sue opere».

Nato a Genova nel 1981, Ernesto Fürstenberg Fassio si laurea in Giurisprudenza nel 2008 presso l’Università di Padova. Ha poi approfondito le sue competenze economico-finanziarie con un Master in Accounting, Auditing and Control presso l’Università Bocconi di Milano. È attualmente Presidente di Banca Ifis. In questo ruolo guida lo sviluppo dei processi operativi, gestionali e di controllo dell’Istituto contribuendo in modo attivo all’evoluzione strategica della Banca. È inoltre Presidente del Comitato Sostenibilità e del Comitato Brand, attraverso i quali promuove iniziative ad alto impatto in ambito ESG e progetti volti a rafforzare l’identità e il posizionamento del brand.
Dal 2009 è membro del Consiglio di Amministrazione de La Scogliera S.A., holding di partecipazione che controlla Banca Ifis, dove è Amministratore Delegato dal 2018. È inoltre Consigliere di Amministrazione di Ifis Npl Investing S.p.A., della Fondazione Bambino Gesù ONLUS, dell’Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A., di Luiss SSD a.r.l. e dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI). Presiede infine il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Fürstenberg Fassio.