World Press Photo 2025: lo sguardo sul mondo in mostra a Roma

Al Palazzo delle Esposizioni oltre 59.000 scatti da 141 Paesi per la più importante rassegna internazionale di fotogiornalismo: dal conflitto in Gaza alla crisi climatica in Amazzonia

Palazzo delle esposizioni

Roma

Dal 6 maggio all’8 giugno 2025, il Palazzo delle Esposizioni di Roma ospita la nuova edizione della World Press Photo Exhibition. La rassegna apre la stagione espositiva primaverile e riunisce i lavori premiati nell’ambito del più rilevante concorso internazionale di fotogiornalismo, organizzato ogni anno dalla World Press Photo Foundation. La mostra offre un ritratto del mondo attraverso gli scatti selezionati da una giuria di esperti internazionali tra decine di migliaia di candidature. L’appuntamento si conferma uno dei più attesi per chi desidera conoscere i grandi temi dell’attualità globale attraverso il linguaggio potente delle immagini.

World Press Photo 2025: il concorso e la selezione delle opere

Il World Press Photo, attivo dal 1955, è considerato uno dei premi di fotogiornalismo più prestigiosi a livello mondiale. La mostra che lo accompagna rappresenta una sintesi visiva dell’attualità e raccoglie ogni anno i progetti fotografici che meglio raccontano eventi, conflitti, crisi umanitarie e trasformazioni sociali in atto nel mondo.

Per l’edizione 2025 sono state presentate 59.320 fotografie e progetti da 3.778 fotografi provenienti da 141 Paesi. Di queste, 42 progetti sono stati selezionati da una giuria composta da esperti internazionali suddivisi in commissioni regionali e globali. Il numero dei lavori in mostra segna un incremento rispetto all’anno precedente, con 9 progetti in più. La selezione è articolata in sei aree geografiche: Africa, Asia, Europa, America del Nord e Centrale, America del Sud e Sud-est asiatico e Oceania. Per ogni regione sono stati individuati tre vincitori per categoria e un vincitore nella sezione dedicata ai progetti a lungo termine.

L’esposizione, promossa da Roma Culture e dall’Azienda Speciale Palaexpo, è prodotta e organizzata dalla stessa Azienda Speciale Palaexpo, in collaborazione con 10b Photography e sotto la curatela della World Press Photo Foundation di Amsterdam. All’interno del percorso espositivo, i visitatori possono inoltre ascoltare, tramite appositi QR code, le testimonianze audio dei fotografi, che raccontano in prima persona il contesto e il significato delle immagini.

La foto dell’anno: uno sguardo da Gaza

A ottenere il riconoscimento di “World Press Photo of the Year” per il 2025 è lo scatto realizzato dalla fotografa palestinese Samar Abu Elouf per il New York Times. L’immagine ritrae Mahmoud Ajjour, un bambino di nove anni originario di Gaza City, mentre è seduto su un letto d’ospedale a Doha. Il piccolo ha perso entrambe le braccia in seguito a un bombardamento israeliano.

La fotografa, specializzata nella documentazione dei palestinesi feriti gravemente, ha raccontato: “Una delle cose più difficili che la madre di Mahmoud mi ha spiegato è che, quando si è reso conto per la prima volta di avere le braccia amputate, la prima frase che le ha detto è stata: ‘Come farò ad abbracciarti?’”

L’immagine è descritta dalla Joumana El Zein Khoury, direttrice esecutiva di World Press Photo, con queste parole: “Questa è una foto silenziosa che parla a voce alta. Racconta la storia di un ragazzo, ma anche di una guerra più ampia che avrà un impatto per generazioni.” Scattata con un attento uso di luce e chiaroscuro, la foto si impone come simbolo della sofferenza causata dai conflitti armati, diventando emblema di una tragedia collettiva attraverso la storia di un singolo bambino.

Gli altri finalisti e i temi in mostra

Oltre alla fotografia vincitrice, la giuria ha selezionato altri due scatti finalisti per il premio principale. Il primo è “Night Crossing” di John Moore, che documenta un gruppo di migranti cinesi raccolti attorno a un fuoco subito dopo aver attraversato il confine tra Messico e Stati Uniti. Lo scatto riflette l’incremento dei flussi migratori dalla Cina, conseguenza di difficoltà economiche interne e di un crescente controllo sul lavoro, che ha portato a un prolungamento dei tempi per ottenere documenti di immigrazione.

Il secondo è “Droughts in the Amazon” del fotografo Musuk Nolte, ambientato in Brasile. L’immagine mostra un ragazzo che cammina sul letto prosciugato di un fiume per portare cibo alla madre, nel villaggio di Manacapuru, un luogo un tempo raggiungibile solo via barca. La siccità che ha trasformato il paesaggio è segno visibile dell’emergenza climatica in atto.

Tra le opere premiate figurano anche fotografie relative a fatti di attualità recenti. Nella sezione singole per Nord e Centro America spicca “Tentato omicidio” di Jabin Botsford, che ritrae il momento di caos seguito a un attentato contro Donald Trump durante un comizio elettorale a Butler, Pennsylvania. Nella sezione europea è presente “Ospedale da campo sotterraneo” di Nanna Heitmann, scatto che immortala un uomo ucraino ferito, arruolato per combattere per la repubblica separatista di Luhansk, curato in una struttura d’emergenza allestita in una stazione della metropolitana.

Italia presente al World Press Photo 2025: la voce di Cinzia Canneri

Tra i 42 progetti selezionati, è presente anche l’opera di un’autrice italiana. Si tratta di Cinzia Canneri, unica fotografa italiana premiata in questa edizione. Il suo progetto, vincitore nella categoria Progetti a lungo termine, si intitola “Corpi delle donne come campi di battaglia” e documenta le esperienze di donne eritree ed etiopi in fuga da regimi oppressivi e conflitti armati.

Attraverso un lavoro sul campo sviluppato in più anni, Canneri indaga le conseguenze della violenza sessuale nei contesti bellici, mettendo in evidenza tanto la dimensione fisica quanto quella psicologica del trauma. Le sue fotografie restituiscono dettagli intimi della quotidianità delle vittime: gesti, espressioni, pose che comunicano la fragilità e la resistenza di chi ha attraversato l’orrore. Un lavoro che, pur nella sua sobrietà visiva, denuncia con forza situazioni spesso ignorate dal racconto ufficiale.

Sport e attualità: uno scatto dalle Olimpiadi

All’interno della mostra trova spazio anche il racconto per immagini dello sport. Tra gli scatti selezionati si distingue quello firmato da Jerome Brouillet, che ritrae il surfista brasiliano Gabriel Medina mentre emerge da un’onda durante i Giochi Olimpici del 2024 a Teahupo’o, nella Polinesia francese. Una rappresentazione dinamica e potente di un momento di competizione sportiva ai massimi livelli, che completa il mosaico di questa edizione con un’immagine di impatto visivo ed energia.