Robbie Williams, icona della musica pop britannica, ha inaugurato una nuova mostra personale che sta attirando grande attenzione. Con “Radical Honesty”, ospitata al Moco Museum della capitale inglese, Williams torna nella sua città natale per presentare una raccolta di opere che riflettono le sue battaglie interiori. La mostra unisce pittura e scultura in un viaggio artistico profondamente personale che offre uno sguardo sincero sull’ansia contemporanea e la vulnerabilità emotiva.

L’esplosione di sincerità artistica di Robbie Williams
Giovedì sera, il Moco Museum di Londra è stato teatro di un evento fuori dal comune con l’arrivo di Robbie Williams, celebre cantante britannico che si reinventa artista visivo. Davanti a centinaia di persone ha svelato la sua esposizione intitolata “Radical Honesty”, un percorso visivo che abbraccia le tematiche della fragilità emotiva e dell’ansia nella società odierna.
L’esposizione include una ventina di opere tra tele e sculture, frutto della collaborazione tra Williams e il Moco Museum, già consolidata in precedenti mostre a Barcellona e Amsterdam. Il museo, riconoscibile per il suo caratteristico allestimento su tre piani dai toni rosa, ha accolto un pubblico eterogeneo tra fan accaniti e ospiti selezionati che hanno affollato l’ingresso già dalle prime ore del mattino. Alcuni arrivati dalla Germania hanno preso posto alle transenne dalle 9 del mattino nella speranza di incontrare la star.
Dalle ore 20 i visitatori invitati hanno potuto esplorare le opere esposte ai piani inferiori in attesa del momento più atteso: l’arrivo di Williams previsto per le 21. Indossando un completo in denim, l’artista ha salutato il pubblico di circa 200 persone, tra cui si potevano riconoscere volti noti della televisione britannica come Leigh Francis e Andy Goldstein, oltre agli artisti Chris Levine e Philip Colbert.
L’arte di Robbie Williams come risposta al pregiudizio
Nel suo intervento, Williams ha affrontato con franchezza i dubbi e le critiche rivolte alle sue attività artistiche: “Ci sono molte negatività quando una celebrità fa arte. Non dovrebbero farlo” ha affermato con tono deciso. Pur essendo un collezionista d’arte da tempo, con alle spalle una mostra da Sotheby’s nel 2022 e una collezione di ceramiche lanciata lo scorso anno, le sue opere continuano a generare interrogativi sulle sue intenzioni artistiche. “La domanda è sempre: perché? Ed è sempre posta con tono sprezzante,” ha aggiunto. “Se ascoltassi quello che dicono i critici, non farei nulla. Non sarei nessuno. Non andrei da nessuna parte. Eppure, eccomi qui davanti a voi con completa umiltà.”
Lionel Logchines, co-fondatore del Moco Museum insieme alla curatrice Kim Logchines-Prins, ha raccontato come il loro interesse per l’arte di Williams sia nato tre anni fa, dopo aver scoperto i suoi disegni realizzati su iPad e pubblicati su Instagram. L’artista aveva già cominciato a disegnare durante le tournée e oggi i due collezionisti possiedono cinque sue opere tra tele e sculture. “Ti fa sentire bene, ti fa capire che non sei solo,” ha spiegato Logchines durante l’inaugurazione.

Un’esposizione tra ironia, vulnerabilità e denuncia
Le opere esposte non passano inosservate per il loro impatto visivo e per i messaggi diretti. Accanto alle creazioni di artisti celebri come Banksy, Takashi Murakami, George Condo, Daniel Arsham e KAWS, i lavori di Williams si distinguono per la capacità di raccontare esperienze intime con un linguaggio accessibile e fortemente connesso all’attualità. In una delle opere più commentate, una tela raffigura un’audiocassetta rossa su cui si legge: “Solo perché sei dislessico non significa che tu non sia stupido.” Un riferimento esplicito alla dislessia, disturbo che l’artista ha dichiarato di affrontare, insieme all’ADHD.
Un’altra installazione, denominata “introvert chair”, è costituita da una comoda poltrona bianca collocata sotto una tela con le “regole d’ingaggio” che scoraggiano qualunque interazione con chi è seduto lì, offrendo uno spazio protetto per gli introversi. Tra le sculture, “Prescribed Identity” prende la forma di una grande felpa con numerose tasche simbolo delle lotte personali di Williams con la dipendenza e l’automedicazione. Un’altra installazione intitolata “Like & Subscribe” presenta una lapide in marmo con l’incisione: “Sono morto adesso per favore metti mi piace & iscriviti”. Un’ironia pungente sul culto dei social media e l’ossessione per la visibilità online.
A sintetizzare lo spirito dell’esposizione, una dichiarazione dello stesso Williams: “In un mondo ossessionato dal mantenere tutto sotto controllo, abbracciare il caos potrebbe essere la cosa più radicale che tu possa fare.”

