Fino al 9 novembre 2025 le scuderie del Castello di Miramare di Trieste accolgono Naturae, la mostra a cura di Melania Rossi che indaga il profondo e mutevole legame tra l’essere umano e la natura attraverso le opere di diciotto artisti contemporanei. Tramite la pittura, la fotografia, l’installazione e il video, l’esposizione presenta un caleidoscopio di visioni: un racconto stratificato in cui la natura diventa al tempo stesso scenario, soggetto e specchio interiore. Il risultato è un viaggio sospeso tra passato, presente e futuro, dove il razionale convive con l’istintivo, e il progresso scientifico si fonde con la dimensione poetica dell’arte. Ad alcuni mesi dall’inaugurazione, che si è svolta a dicembre 2024, l’esposizione si arricchisce ancora di nuove opere. E i protagonisti sono Davide Rivalta e Mario Schifano.


Le opere esposte aprono finestre su mondi diversi ma connessi in cui il tempo sembra essere sospeso. In questa relazione profonda tra l’essere umano e la natura, nasce l’ispirazione per riflettere sulla condizione esistenziale e sulle origini dell’essere umano. I lavori a grafite su carta di Serse Roma (1952), ad esempio, raccontano la poeticità del mare e, in generale, dell’elemento acqua. Rievocando l’idea del brodo primordiale, l’acqua è fonte di vita, proprio come il liquido amniotico del grembo materno. La dimensione originaria è raccontata anche attraverso il colore delle tele di Hermann Nitsch (1938 – 2022), che evoca un mondo emotivo primordiale e sensoriale; le impronte di piedi raffigurate in Senza Titolo (2009) sembrano narrare il passaggio dell’essere umano sulla terra attraverso le ere.
Allo stesso modo, il lavoro di Marta Roberti (1978), Storie di umani e antilopi (2021- 2024), invita a riabbracciare una dimensione arcaica e spirituale: una figura femminile, nuda e di spalle — autoritratto dell’artista — cammina in un bosco popolato da antilopi, simbolo di desiderio di un ricongiungimento con la natura. Dal 16 aprile 2025, inoltre, la mostra si arricchisce con due nuove importanti presenze: il gorilla in bronzo di Davide Rivalta (1974), collocato nel giardino del castello, e il paesaggio materico di Mario Schifano (1934 -1998) a sostituire la precedente opera L’air de Vesuvio (2007) di Rebecca Horn. Anche le vivide pennellate di Schifano evocano una natura potente e viscerale, da percepire prima con il cuore che con la mente.


È sempre dalla natura, infatti, che germogliano opere d’arte capaci di interrogare il nostro presente e di riflettere sulle sfide del mondo contemporaneo. Ne sono un esempio sia i mosaici di di ali di scarabeo gioiello di Jan Fabre (1958), che attraverso il suo lavoro rievoca la storia della colonizzazione del Congo belga, sia le opere di Pietro Ruffo (1978), che riflettono sulle trasformazioni e il concetto di Antropocene. Allo stesso tempo, Naturae indaga l’osservazione scientifica della natura attraverso gli occhi della scienza e della tecnologia. Le stampe a getto d’inchiostro di Macoto Murayama (1984) evocano la dimensione microscopica del mondo naturale che, arricchita dalla grafica 3D, rivela un universo di forme e colori nato dall’osservazione dell’anatomia di un’orchidea.
In questo intreccio di immagini e forme, dove natura e cultura si fondono inevitabilmente, l’universo creativo degli artisti rende omaggio alla natura come fonte di ispirazione eterna che rivela sempre la sua essenza più profonda. È proprio per questo, forse, che l’artista non può fare a meno di cercare se stesso attraverso di essa: perché nulla, come la natura, è in grado di superare epoche e dimensioni, rivelando sempre significati profondi.

Naturae
Fino al 9 novembre 2025
Scuderie del Castello di Miramare – Grignano, Trieste
info: miramare.cultura.gov.it