Nanda Vigo in mostra alla Fabbrica del Vapore di Milano

Nello spazio milanese un omaggio al genio pluridisciplinare di Nanda Vigo tra arte, design, performance e architettura

A Milano, in occasione della Design Week 2025, ha inaugurato una mostra dedicata a Nanda Vigo, architetta, designer e artista d’avanguardia, celebre per aver indagato il conflitto/armonia tra luce e spazio in ogni suo progetto. NANDA VIGO – Sineddoche d’archivio Arte design architettura performance dagli archivi CASVA, in corso alla Fabbrica Del Vapore e aperta al pubblico fino al 30 aprile 2025, propone uno sguardo inedito sul vasto patrimonio pluridisciplinare della designer. A partire da una selezione accurata di documenti d’archivio, la mostra illustra alcune tematiche progettuali e creative affrontate da Vigo tra la fine degli anni Cinquanta e i primi due decenni del XXI secolo, ponendo l’accento sul carattere poliedrico della sua opera.

L’allestimento – articolato in sette isole o stazioni, ciascuna dedicata a un tema specifico – è una finestra sui progetti più significativi realizzati da Vigo nei campi dell’arte, del design del prodotto, del design di interni e dell’architettura. Fotografie d’epoca, lettere e schizzi originali su carta popolano la navata sud della Fabbrica, intessendo una trama narrativa che restituisce la complessità e il fascino di una delle donne più iconiche della cultura milanese del secondo dopoguerra.

Figlia del Rinascimento e del Razionalismo, Nanda Vigo è stata “maestra della luce”. Dall’osservazione attenta delle architetture di Giuseppe Terragni, fino all’elaborazione del Manifesto Cronotopico del 1964, Vigo ha approfondito il tema della luce fino a farne un idioma proprio, attraverso cui raccontare l’equilibrio fragile tra tempo (chronos) e luogo (topos). La predilezione per il vetro e tutti i materiali riflettenti, spesso integrati a neon colorati, costituisce l’alfabeto di un linguaggio espressivo che ancora oggi parla di era spaziale, dinamismo e futuro.

Tutt’intorno a Nanda Vigo, gli spunti di certo non mancavano. Fondamentali furono le sue amicizie e collaborazioni con personalità del calibro di Gio Ponti, Lucio Fontana e Piero Manzoni, così come l’adesione al Movimento Zero, che agitava l’Europa degli anni Sessanta e Settanta con nuovi entusiasmi. Grazie a un approccio interdisciplinare, Vigo è riuscita a sconfinare i limiti che separano un’arte dall’altra, imprimendo con audacia la sua visione in ogni contesto. Dal design di lampade al neon al ripensamento degli spazi per le azioni performative del Palazzo dell’Arte, l’opera di Nanda Vigo ci dimostra che l’arte, in fondo, non è altro che una sineddoche di più discipline.

I suoi progetti per interni, come veri e propri bagliori materici, prendono vita tra specchi che moltiplicano gli spazi e trasparenze che scolpiscono le forme. Emblematico è il rivestimento in piastrelle di clinker bianco di Casa Museo Remo Brindisi, espressione di un’estetica sperimentale e radicale. Le case-museo, in particolare, rappresentano l’essenza della visione creativa di Vigo: spazi “totali”, sintesi di tutte le arti. Al loro interno, nulla ha uno scopo puramente decorativo e ogni elemento è indispensabile all’armonia complessiva degli ambienti.

Tra il 1978 e il 1982, Nanda Vigo partecipò attivamente alla progettazione del nuovo cimitero di Gibellina. Sue sono le cappelle, simili a navicelle spaziali, realizzate in pietra, muratura e calcestruzzo. Per questo intervento, ibrido tra arte e architettura, Vigo abbandona i materiali leggeri e trasparenti, per abbracciare un linguaggio diverso, fatto di pesantezza, opacità e radicamento. Alla base del progetto, c’è il desiderio di restituire dignità, identità e memoria a una comunità ferita, quella di Gibellina vecchia, rasa al suolo dal terremoto del 1968. Attraverso la lingua universale delle forme geometriche, la designer ha trasformato la tragedia in rinascita.

Nanda Vigo. Sineddoche d’archivio. Arte design architettura performance dagli archivi CASVA è a cura di Giampiero Bosoni, Mariella Brenna, Maria Fratelli e Francesca Picchi e conta il contributo critico di Leyla Ciagà. L’allestimento è di Andrea Gianni, con la partecipazione di Ico Migliore, e la grafica è a cura di Enrico Delitala.

Dall’8 al 30 aprile 2025
Fabbrica del Vapore – Milano
info: fabbricadelvapore.org

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