È la Fondazione Giuliani di Roma a ospitare la personale dell’artista Rä di Martino. Dal titolo Kant Can’t Can-can, l’esposizione in corso fino al 28 giugno 2025 approfondisce il dialogo tra animazione, scultura e suono che caratterizza il lavoro più recente dell’artista. A cura di Lorenzo Benedetti, Kant Can’t Can-can è infatti una mostra multidisciplinare che mette in dialogo video d’animazione, realizzato con un software di gaming in 3D, e opere in ceramica pensate appositamente per gli spazi della Fondazione. Questo rapporto crea una dimensione di atemporalità, dove il virtuale e il fisico si uniscono anche attraverso la composizione musicale.

L’opera video Kant Can’t (2024) si concentra sul ritratto onirico di un gruppo di personaggi che abitano un paesaggio immaginario. Astronauti in fuga da una figura immensa di donna che cerca di schiacciarli, mani che emergono come enormi resti archeologici e insetti giganteschi che irrompono nella scena, formano lo scenario di una fuga verso l’assurdo. Il rapporto con la conoscenza diventa un viaggio attraverso l’esperienza in cui la realtà è ingigantita dai nostri mezzi percettivi. Nel video il vero protagonista diventa un astronauta scappato alla sua sorte che si trova a confronto con situazioni diverse, in un susseguirsi di scene non dissimile da quello di un videogioco. Questa mostra presenterà in anteprima un epilogo, un nuovo capitolo dell’astronauta in cui si trova nello spazio in caduta libera con delle luci che ricordano dei missili o delle stelle cadenti e intrattiene con loro un coro.


Con Kant Can’t, Rä di Martino espande ulteriormente una ricerca che si collega anche a opere recenti come Là dove muore, Canta (2022), animazione ispirata a Carmelo Bene per il lavoro sulla musica e l’animazione in 3D. La musica e i suoni sono frutto della rinnovata collaborazione dell’artista con il musicista Simone Pappalardo, mentre le animazioni/VFX sono di Gianni Caratelli. Per l’occasione verrà presentata la pubblicazione Kant Can’t edita da Quodlibet.