Guerrilla Spam, le pitture perdute di Pontormo diventano contemporanee

Il collettivo artistico Guerrilla Spam torna a Firenze con una mostra che mescola la "maniera" di Pontormo a elementi di culture diverse

Street Levels Gallery ospita, e cura, la prima mostra personale interamente dedicata alla ricerca e all’attività di Guerrilla Spam, dal 3 maggio e fino all’8 giugno negli spazi espositivi della galleria, in via Melegnano 4r a Firenze. La mostra, dal titolo enciclopedico tutto da esplorare, “Di mondi lontanissimi, delle perdute pitture di Pontormo, del cosmo amazzonico e del serpente arcobaleno, di segni rupestri ma anche delle mani di Gargas, di arcaici simboli europei, africani o aborigeni, di spirali, croci e filetti, di omini a U, di sirene, cariatidi e canopi, del tuffatore e certamente del giovane che pesca sul kylix di Ambrosios”, propone oltre trenta opere inedite, tra cui tavole dipinte, bozzetti, installazioni, disegni e incisioni.

L’esposizione, allestita in occasione dei dieci anni di attività del collettivo, si costruisce attorno alle pitture di Pontormo, a cui si sommano iconografie e simboli di altri continenti e di altre culture. La mostra intende infatti ricostruire il ciclo perduto degli affreschi dell’artista cinquecentesco in un viaggio che mescola tutti i “mondi lontanissimi” ricercati ed esplorati dal collettivo in questi anni.

Guerrilla Spam e Pontormo: le premesse

Intorno al 1530 Giovanni di Lorenzo de’ Medici commissiona a Jacopo Pontormo un grande ciclo di affreschi per decorare il coro di S. Lorenzo. Il modello è quello della Sistina michelangiolesca; gli ambiziosi affreschi dovevano raccontare la vita del santo, includere simboli religiosi, allegorie teologiche, episodi del vecchio e nuovo Testamento e ritratti della famiglia Medici, occupando tre grandi pareti di dieci metri circa per quindici di altezza. Pontormo, uno dei maggiori esponenti del manierismo, creò un ciclo di affreschi caratterizzato da composizioni dinamiche, gruppi e masse di figure nude, avviluppate e modellate alla maniera nordica con riferimenti ai disegnatori fiamminghi, formalmente e concettualmente distanti dai canoni fiorentini. La realizzazione degli affreschi impiegò circa dieci anni. Pontormo non vide la fine dei lavori perché morì prima, nel 1557, e la loro conclusione fu affidata all’allievo Bronzino che li terminò tre anni dopo seguendo le composizioni del maestro.

Tuttavia a metà del Settecento, a distanza di quasi duecento anni, l’intero ciclo di affreschi venne distrutto. L’opinione pubblica aveva già espresso perplessità, malumore e critica verso gli affreschi, giudicandoli ambiguamente. Giorgio Vasari li definì “cose così strane e difficili” e “fuori di ogni regola” mettendo in evidenza come non fossero nel suo gusto, né conformi alle tradizionali aspettative dell’epoca. Con l’occasione di un intervento di restauro della cappella i controversi affreschi vennero irrimediabilmente cancellati per far posto a grandi finestroni e un muro bianco. Non restano tracce visibili del ciclo; ciò di cui disponiamo per immaginare come apparisse sono solo alcune descrizioni dei contemporanei e una serie di bozzetti su carta di Pontormo. Pare che l’artista abbia realizzato anche dei modelli in argilla delle composizioni poi tradotte in pittura ma anche queste sono state distrutte o disperse.

La mostra da Street Levels Gallery

A distanza di dieci anni queste suggestioni si concretizzano con un’esposizione, da considerarsi la prima personale di Guerrilla Spam, un’occasione per tornare a Firenze, città in cui gli artisti hanno iniziato la loro carriera e ricerca nel 2010. Il viaggio che gli artisti propongono mescola Oriente e Occidente, il tempo e lo spazio, invitando l’osservatore a fare lo stesso per scoprire la gioia della ricerca. Il progetto espositivo è suddiviso in tre aree tematiche: ombra, luce, colore. Tali aree richiamano le caratteristiche fondamentali della “maniera” di Pontormo costituita da toni ombrosi contrapposti a luci e abbagli, tinte cangianti dal colorismo acido, saturazioni improbabili e accostamenti arditi se pur eleganti e ragionati.

Il percorso è anche un passaggio dal buio al colore, in cui il momento di transizione è rappresentato dalla luce, dal bianco. Metaforicamente c’è un rimando ad una salita verso la scoperta (degli altri e di sé), che ritroviamo nella teologia cristiana con gli affreschi perduti di Pontormo come in culture extraeuropee geograficamente distanti come quelle delle popolazioni amazzoniche in cui l’apprendimento di nuove conoscenze può far uscire dalla propria condizione di “vivere senza neanche sapere il perché”.

Seguendo questi riferimenti l’intera mostra è un invito al viaggio verso altri mondi. Le opere, più di 30 tavole inedite dipinte e installazioni, cercano di fondere simboli e immagini, miti e racconti differenti nella provenienza ma simili nella finalità; sono un collage di archetipi, di figure ricorrenti, di suggestioni e invenzioni. I titoli che le accompagnano non sono secondari, ma parte fondante dell’opera visiva, fungono da “parola” per l’immagine e da indizio per nuove ricerche.

info: streetlevelsgallery.com

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