Il romanziere peruviano Mario Vargas Llosa, punto di riferimento della letteratura sudamericana, è deceduto domenica 13 aprile a Lima. Lo ha reso noto suo figlio Álvaro sul suo account ufficiale di X. “Con profondo dolore, rendiamo pubblico che nostro padre, Mario Vargas Llosa, è morto oggi a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace”, ha scritto.
Nato nel 1936 ad Arequipa, fu saggista, giornalista e straordinario innovatore di linguaggio, tra i maggiori protagonisti del boom letterario latinoamericano degli anni ’60 e ’70 insieme al colombiano Gabriel García Márquez e all’argentino Julio Cortázar. La sua attività intellettuale è stata sempre affiancata da un profondo impegno politico e sociale: simpatizzante comunista e ammiratore di Fidel Castro in gioventù, si convertì poi a una politica liberale e liberista, tanto da candidarsi alla presidenza del Perù nel 1990, fu sconfitto da Alberto Fujimori e decise allora di lasciare il Paese e trasferirsi in Spagna, dove fu per anni promotore del manifesto contro il secessionismo catalano.

Premio Nobel per la Letteratura, “per le acute immagini di resistenza”
Il 7 ottobre 2010 gli fu conferito il Premio Nobel per la Letteratura “per la sua cartografia delle strutture del potere e per le acute immagini della resistenza, rivolta e sconfitta dell’individuo”. «Spero che me lo abbiano assegnato più per la mia opera letteraria che per le mie opinioni politiche. Ora, se le mie opinioni politiche – in difesa della democrazia e della libertà, e contro le dittature – sono state prese in considerazione, allora è fantastico» – aveva affermato per l’occasione.
Nel 2011 ricevette il titolo di marchese di Vargas Llosa, concessogli dall’allora re Juan Carlos I di Spagna. Nello stesso anno, su iniziativa della Fondazione Biblioteca Virtuale Miguel de Cervantes, fu creata una cattedra a suo nome in diverse università in Spagna, Panama e Perù per organizzare attività volte a celebrare l’ottantesimo compleanno dello scrittore nel 2016. Dal 2013, inoltre, viene assegnato il Premio Mario Vargas Llosa per il romanzo. La sua prima pubblicazione dopo la nomina del Nobel, più attuale che mai, fu il saggio La civilización del espectáculo del 2012, in cui lo scrittore affronta il tema della difficoltà di elaborare modelli artistici e letterari creativi in un presente dominato dalla superficialità delle tecnologie di massa.