Un altro modo di fare critica: E.T.zine presenta il suo nuovo numero

Nella cornice dell’Accademia di Belle Arti di Roma, la fanzine presenta il suo terzo numero dedicato ai luoghi dell’arte contemporanea. Un progetto editoriale che mette al centro la pluralità di voci e un approccio riflessivo alla critica d’arte

Nell’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Roma, il 4 aprile 2025 è stato presentato il terzo numero di E.T.zine dal titolo Paese che vai, arte che trovi – volume I. Si tratta della fanzine trimestrale di critica d’arte ideata e curata da Miriam Di Francesco e Andrea Bardi con la collaborazione dell’artista Giorgia Mascitti che si occupa delprogetto grafico. Ha introdotto e moderato l’incontro Martina Macchia, dottoranda dell’Accademia di Belle Arti di Roma che figura tra le autrici di questo terzo numero. Inoltre, hanno preso parte alla presentazione anche gli altri autori e le autrici che hanno contribuito al numero: Sofia Baldi Pighi con Emma Mattei, Matteo Binci, Marta Ferrara, Alessia Fraioli, Miral Rivalta.

La realtà di E.T.zine

E.T.zine è “un esperimento di scrittura critica sull’arte contemporanea italiana con una particolare attenzione nei confronti dei giovani autori e autrici. È autoprodotta, quindi è una piccola produzione dal basso. Si tratta di uno spazio di critica plurale e lenta: uno spazio in cui riflettere, dibattere e risignificare la critica d’arte” spiega Miriam Di Francesco.

Si tratta di una fanzine digitale e trimestrale di critica d’arte fondata nell’ottobre 2024 con l’idea di creare un nuovo spazio indipendente per la critica d’arte italiana. Il titolo prende spunto dal film cult di fantascienza E. T. L’extra-terrestre del 1982. Questo perché la difficoltà della critica d’arte nella ricerca di un’identità e una ragione di esistenza sono paragonabili alle disavventure che attraversa l’alieno nel viaggio di ritorno verso casa nella pellicola di Steven Spielberg.

È così che il progetto nasce, come racconta Andrea Bardi, per “costruire uno spazio alternativo alle riviste, quindi alla pubblicistica o giornalismo, dove poter esercitare uno sguardo un po’ più lento sulla pratica della critica d’arte e della scrittura che, secondo noi, manca. Abbiamo pensato E.T. zine come un luogo di accoglienza di varie opinioni, di voci plurali che possa comunque mantenere, in un certo senso, uno sguardo quanto più complesso e ampio sulla realtà e nello specifico sulla critica d’arte”.

La scelta del titolo è anche un riferimento alla congiunzione latina che indica un legame tra parole, idee, persone. È così che ogni numero di E.T.zine affronta un tema specifico collaborando e coinvolgendo diversi professionisti tra giornalisti, critici, storici dell’arte, curatori, galleristi e gestori di spazi espositivi, per affrontare l’argomento da una molteplicità di angolature e creare un dibatto libero e plurale.

Il terzo numero della fanzine

Paese che vai, arte che trovi è il titolo del terzo e quarto numero di E.T.zine e si divide in due volumi.
Se i primi due numeri della fanzine hanno tratto rispettivamente il ruolo della critica (ottobre 2024) e il metodo della critica (gennaio 2025), i volumi tre e quattro della riflettono sui luoghi in cui oggi si fa arte contemporanea cercando di raccontare sia gli spazi fisici che quelli più simbolici dove l’arte prende vita (con uno sguardo che va oltre al contesto italiano)

I testi riflettono poi su come cambia il modo di fare arte a seconda del contesto e su come si può costruire un dialogo con il pubblico. Nel primo volume si trovano così esempi diversi: dalla Biennale di Malta, a progetti nati lontano dalle grandi città come il Traffic Festival o le residenze artistiche di Guilmi Art Project. Si parla anche di esperienze locali come il Quartiere Latino a Napoli, di gallerie private come Fuocherello e del ruolo dei social, con il profilo Instagram Cometicriticolarte.

L’idea centrale di questi numeri parte dal fatto che confrontare esperienze diverse aiuti a capire meglio cosa significa oggi fare arte. Per questo la rivista viene presentata in Accademia in un incontro aperto a tutti in modo tale da invitare studenti e appassionati a scoprire queste realtà e provare a raccontarle con le proprie parole.

I fondatori di E.T.zine

Andrea Bardi è uno storico e critico d’arte contemporanea. Dopo aver conseguito la laurea triennale in Conservazione dei Beni Culturali all’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, ha completato la sua formazione accademica all’Università di Bologna, presso il Dipartimento di Arti Visive. Collabora con alcune testate giornalistiche specializzate nel settore dell’arte contemporanea, tra cui Inside Art, ed è autore di testi e approfondimenti critici per mostre.

Miriam Di Francesco è laureata in Estetica all’Università Cattolica di Milano, dove consegue anche un Master in “Museologia, Museografia e Gestioni dei Beni Culturali”. È giornalista specializzata in arte contemporanea e coordinatrice di progetto per la “Fondazione No Man’s Land”, museo a cielo aperto ideato da Yona Friend-man. È executive assistant per la galleria “Ceravento” di Pescara e collabora per le riviste di settore “Segno” ed “Espoarte”.

Giorgia Mascitti, artista visiva, consegue il Diploma di Secondo Livello con Lode in Decorazione presso l’Accademia delle Belle arti di Macerata nel 2020. Nel gennaio 2023 inaugura la sua prima mostra personale, Spremuta d’Incubo, a cura di Marcella Russo, nello Spazio Sei di Pescara (PE) e nel maggio 2024 la seconda personale, Una serpe nello stivale, a cura di Miral Rivalta presso il Tomav – Centro Arti visive di Moresco (FM). Ha partecipato a diverse collettive, residenze d’artista e Premi, in Italia e all’estero. Nel 2024 è tra le artiste finaliste del Premio Fabbri per le Arti Contemporanee.

Tutti i numeri della fanzine sono accessibili gratuitamente in formato digitale dal profilo Instagram @e.t.zine al link in bio.

Articoli correlati