Future Environments: il paesaggio fluviale come spazio di riflessione ecologica

La Presentazione del progetto “Future Environments” al MAMbo di Bologna, tra dati ambientali e opere artistiche visionarie in cui arte e scienza dialogano per immaginare il futuro ecologico dei fiumi

Giovedì 10 aprile 2025, dalle ore 18:00 alle 20:00, il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna ospiterà la presentazione di “Future Environments”, un progetto di ricerca che coniuga dati scientifici e pratiche artistiche per riflettere sulla transizione ecologica attraverso la prospettiva dei fiumi. L’iniziativa si svolgerà presso la sede del museo e prevede un talk con la partecipazione dell’artista e scienziato Andrea Conte (Andreco), promotore del progetto attraverso Climate Art Project e Futurecologies, della critica e docente Fabiola Naldi, del direttore del MAMbo Lorenzo Balbi e della geografa Paola Bonora.

Il progetto si propone di rendere visibile l’intreccio tra crisi ecologica, cambiamenti climatici e disuguaglianze sociali, in particolare il fenomeno del razzismo ambientale. “Future Environments” mira così a costruire una narrazione sensibile degli ecosistemi, indagandoli attraverso il punto di vista dei corpi idrici. L’obiettivo è quindi quello di dare voce ai fiumi intesi non solo come risorse naturali, ma come agenti attivi di riflessione sul futuro dell’ambiente.

I fiumi come protagonisti della riflessione ecologica di Future Environments

L’iniziativa si sviluppa a partire da specifici territori segnati da vulnerabilità climatica e sociale: Brasile, Cina, Stati Uniti e Italia. Queste aree sono state scelte come casi studio per la produzione di opere d’arte capaci di stimolare pensiero critico e azione territoriale. Tra i corsi d’acqua presi in esame ci sono il fiume Yangtze in Cina, i fiumi Tevere, Aniene e Tirso in Italia e il Pinheiros in Brasile. La scelta di questi fiumi risponde all’intenzione di creare una geografia critica e poetica che interroga i processi in atto e propone nuove possibilità ecologiche.

Durante la sua residenza presso l’Ecology and Cultures Innovation Lab della Tongji University di Shanghai, Andrea Conte ha realizzato una serie di sculture data-driven utilizzando open-data del China National Environmental Monitoring Centre (CNEMC). Queste opere, generate attraverso modelli parametrici e tecniche di fabbricazione 3D, traducono visivamente le dinamiche socio-ecologiche e offrono uno sguardo “più che umano” sui paesaggi fluviali. Le sculture non sono solo rappresentazioni simboliche, ma strumenti per attivare una riflessione collettiva sulle conseguenze ambientali delle nostre azioni.

Una tappa di ricerca e confronto aperto

L’appuntamento al MAMbo rappresenta una fase intermedia del percorso di “Future Environments”, un momento di condivisione pubblica dei risultati finora raggiunti, in particolare delle sperimentazioni realizzate in Brasile e durante la residenza in Cina. L’incontro sarà anche occasione per mettere in relazione il progetto con la situazione attuale del territorio emiliano-romagnolo, recentemente colpito da violente alluvioni. L’emergenza climatica locale rende evidente l’urgenza di interventi mirati come la riforestazione, l’aumento delle superfici permeabili e il ripensamento del rapporto tra città e corsi d’acqua.

Come sottolinea Andreco, la volontà è quella di “dare spazio ai fiumi su molti piani differenti, materiali ed immateriali”. La prospettiva proposta non è solo ambientale, ma anche culturale e sociale, capace di attivare sinergie tra mondi diversi. L’arte diventa così un canale per interrogare le politiche ambientali, generare consapevolezza e aprire scenari alternativi.

Future Environments: una rete internazionale per la giustizia climatica

Il progetto “Future Environments” è il frutto di una collaborazione tra istituzioni internazionali attive nell’ambito dell’arte contemporanea e della ricerca ecologica. Tra i partner figurano il MAMbo di Bologna, l’Ecology and Cultures Innovation Lab della Tongji University di Shanghai, il museo Villa Arson di Nizza, la rivista Antennae con sede a Chicago, il KTH Climate Action Centre del Royal Institute of Technology di Stoccolma, il centro NICHE dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, oltre a Futurecologies e Climate Art Project.

Finanziato dal programma Italian Council 13 – ambito ricerca 2024, promosso dalla Direzione Generale per la Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, il progetto si inserisce in una rete di ricerca e produzione che attraversa confini geografici e disciplinari. L’intento è quello di favorire una transizione ecologica giusta, attraverso un approccio intersettoriale e intersezionale che tenga conto delle disuguaglianze e delle specificità locali.