Dal 27 al 30 marzo 2025 l’Isola Tiberina di Roma diventa il palcoscenico di un’inedita sperimentazione artistica con “I Fruitori”, il nuovo progetto dell’artista Lulù Nuti, curato da Giuliana Benassi e realizzato con DVI99 e Studio Ozono. L’iniziativa, sviluppata grazie al bando Lazio Contemporaneo 2022, non si configura come una semplice esposizione, ma come un’esperienza immersiva che rende visibile il processo di costruzione e trasformazione delle opere.
Le sculture organiche e l’intervento della fauna
Cinque monoliti composti da materiali organici – farina, lievito, acqua, brodo, semi e pigmento alimentare blu – verranno disposti lungo la banchina est dell’Isola Tiberina. Le opere, ispirate a forme architettoniche arcaiche come la piramide, l’arco e l’architrave, saranno soggette a una lenta e progressiva metamorfosi operata dagli animali della zona. Di giorno e di notte, la fauna diventerà parte attiva di questo processo trasformando le sculture e intrecciando un legame diretto tra arte e natura.
Per catturare l’evoluzione delle opere, microtelecamere nascoste all’interno delle sculture registreranno ogni fase della loro modificazione. Questi dispositivi permetteranno di osservare la progressiva interazione tra gli animali e le installazioni, senza interferire con il loro comportamento naturale. Il progetto, infatti, include una ricerca scientifica condotta dall’ornitologo Claudio Carere, che analizzerà le dinamiche etologiche delle specie frequentatrici del sito sia in loco che attraverso le immagini registrate.


I Fruitori: un invito alla contemplazione e alla riflessione
L’intervento artistico prevede anche la collocazione di panchine in cemento recanti parole incise – “QUI”, “SILENZIO”, “OSSERVA”, “ASCOLTA”, “IMMOBILE” – che suggeriscono un atteggiamento di quiete e osservazione, invitando i passanti a riconnettersi con lo spazio e il tempo. Il progetto sottolinea così la necessità di un’interazione più profonda e consapevole con l’ambiente circostante.
Al termine dell’installazione, le sculture organiche, ormai modificate dal tempo e dagli animali, diventeranno la matrice per la realizzazione di opere in bronzo. Questi nuovi manufatti saranno esposti nella mostra personale di Lulù Nuti, intitolata “Tre corpi”, presso la Fondazione D’ARC di Roma, chiudendo il cerchio di un processo che fonde effimero e permanente.


La collaborazione e dialogo con le nuove generazioni
Il progetto beneficia della consulenza scientifica di Claudio Carere, docente presso l’Università della Tuscia – Dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche, e della collaborazione con l’Associazione Amici di Trastevere. Inoltre, coinvolge alcuni studenti dell’Accademia di Belle Arti e del Liceo Artistico G. C. Argan di Roma, instaurando un confronto diretto con l’artista e il suo studio.
“I Fruitori” si configura così come un’esperienza artistica unica, in cui materia, natura e tempo si intrecciano in un dialogo continuo, regalando al pubblico una riflessione sul rapporto tra creazione e trasformazione.
