Masciarelli, vino e ospitalità incontrano l’arte, per un racconto unico del territorio

Masciarelli Art Project come espressione della visione della famiglia: unire la tradizione vinicola alla ricerca artistica, per offrire un concetto di ospitalità immersivo

Nel panorama vitivinicolo italiano, il legame tra tradizione e innovazione trova nell’arte contemporanea una nuova direttiva identitaria di un territorio e di una visione aziendale. Nata dalla visione della famiglia Masciarelli, il Masciarelli Art Project prende vita nel suggestivo Castello di Semivicoli, in Abruzzo, dove il territorio diventa fonte d’ispirazione per artisti di fama internazionale. In questa intervista, esploriamo con Miriam Masciarelli, insieme a sua madre Marina Cvetic alla guida dell’azienda di famiglia, come la creatività arricchisca il racconto di un vino, trasformando ogni visita in un viaggio sensoriale tra cultura, paesaggio ed emozioni.

Miriam Lee Masciarelli e Francesco Simeti, ph Barbarossa

Cosa ha spinto la famiglia Masciarelli a voler associare l’arte contemporanea alla loro tradizione vinicola facendo nascere Masciarelli Art Project?
La nostra famiglia ha sempre creduto nel legame tra il territorio, il vino e l’arte. Per noi, ogni produttore di vino è un custode della bellezza che lo circonda. Il Masciarelli Art Project è nato con l’intento di unire la passione per il vino, i paesaggi abruzzesi e l’arte contemporanea, con la convinzione che la creatività sia contagiosa. Abbiamo voluto creare uno spazio dove il vino fosse più di un semplice prodotto, ma un’esperienza che unisse cultura, storia e creatività. L’arte, con la sua capacità di suscitare emozioni, ci è sembrata il mezzo ideale per arricchire l’esperienza dei visitatori del Castello di Semivicoli, rendendo ogni momento trascorso nei nostri spazi davvero unica.

Come scegliete gli artisti che partecipano al progetto? Quali criteri o caratteristiche devono avere per essere coinvolti?
Gli artisti che partecipano al progetto vengono scelti per la loro sensibilità e per la loro capacità di interpretare in modo originale la natura che li circonda. Devono soggiornare al Castello di Semivicoli e lasciarsi ispirare dal luogo, che rappresenta il contesto in cui verranno inserite le opere. Questo ambiente, che unisce terra, uomo e cielo, è essenziale, così come lo è per il vino che produciamo. Cerchiamo artisti capaci di entrare in sintonia con il territorio abruzzese, la sua storia e cultura, ma anche con la nostra visione del vino e dell’ospitalità. Le loro opere devono essere in grado di emozionare, stimolare riflessioni e integrarsi armoniosamente con gli spazi del castello e con i valori della nostra azienda.

Oltre all’opera site-specific, ogni edizione del progetto ha visto la creazione anche di etichette d’autore per i vini Masciarelli. Come vengono selezionati gli artisti per queste etichette e quale relazione deve esistere tra l’opera e il vino che rappresentano?
Ogni artista è chiamato a interpretare, attraverso la sua visione, il carattere del vino e del territorio da cui proviene questo vino. L’etichetta deve rappresentare quindi una fusione tra arte e vino, dove il design e il messaggio dell’artista si integrano perfettamente con le peculiarità del prodotto. Il legame tra il vino e l’opera è sempre profondo, fondato sull’interpretazione del territorio, del gusto e delle emozioni che desideriamo comunicare attraverso il nostro lavoro.

Come si inserisce il progetto nell’ambito della promozione del territorio abruzzese e della sua tradizione vinicola?
Masciarelli Art Project non è solo un progetto artistico, ma anche un mezzo per far conoscere la nostra terra e le sue radici. L’Abruzzo è una regione ricca di tradizioni, di paesaggi unici e di una storia vitivinicola che merita di essere raccontata. L’arte contemporanea, attraverso la sua capacità di parlare al pubblico in modo diretto e viscerale, diventa una porta d’ingresso per scoprire la cultura locale e il nostro vino. Ogni edizione del progetto contribuisce a raccontare la nostra regione, a promuoverla e a farla conoscere in modo innovativo, offrendo anche ai visitatori un’esperienza sensoriale completa.

Ci sono state reazioni inaspettate da parte dei visitatori del Castello di Semivicoli rispetto alle opere d’arte esposte? Come l’arte ha influenzato l’esperienza complessiva del luogo?
Le reazioni che abbiamo ricevuto sono sempre state molto positive. Molti visitatori sono rimasti sorpresi dall’incontro tra il vino e l’arte, due esperienze che sembrano separate ma che, in realtà, si arricchiscono a vicenda. L’arte ha trasformato il Castello di Semivicoli in un luogo dove il tempo sembra fermarsi, dove la bellezza dell’architettura storica si fonde con la modernità delle opere esposte. Il castello stesso diventa una tela che accoglie sia le opere che il vino, offrendo a chi lo visita un’esperienza unica e coinvolgente.

Quali sono stati i progetti che ti hanno emozionato di più tra quelli realizzati fino a oggi e perché?
A partire dal primo appuntamento di Art Project nel 2021 con “The Harvest” di Job Smeets, seguito da “Ad Naturam” di Marcantonio nel 2022, da “Vite” di Agostino Iacurci nel 2023, fino a “La Combriccola” di Francesco Simeti nel 2024, tutti questi progetti, ciascuno con la sua peculiare visione, mi hanno profondamente emozionato per la capacità di raccontare in modo inaspettato e sorprendente il Castello di Semivicoli e l’Abruzzo. Ogni opera ha esplorato e reinterpretato, con un linguaggio unico, l’essenza del nostro vino e della nostra terra, suscitando nei visitatori non solo un senso di appartenenza, ma una connessione profonda con il territorio. Quello che più mi sorprende e mi tocca di ogni progetto è la capacità di evocare una reazione emotiva forte, creando ricordi che restano impressi nel tempo. Questi lavori non sono semplici esposizioni artistiche, ma vere e proprie esperienze che risvegliano una memoria che continua a vivere nel cuore e nella mente di chi li ha vissuti.

Nel progetto c’è un equilibrio tra arte contemporanea e tradizione vinicola. Come viene percepito il vino in questo contesto artistico? Ci sono state occasioni in cui l’arte ha influenzato o rinnovato la percezione del vino Masciarelli?
L’arte ha avuto un ruolo fondamentale nel rinnovare e amplificare la percezione del vino Masciarelli. Ogni volta che presentiamo un’opera d’arte al fianco del nostro vino, la percezione del prodotto cambia: non è più solo una bottiglia da assaporare, ma diventa un’esperienza sensoriale più profonda che coinvolge tutti i sensi. Il vino, così come l’arte, ha la capacità di raccontare storie, di evocare emozioni e di trasformare un momento ordinario in qualcosa di straordinario. L’incontro con l’arte contemporanea ha quindi fatto riscoprire il vino sotto una luce nuova, più riflessiva e appassionata.

Guardando al futuro, quali sono le ambizioni per il Masciarelli Art Project? Ci potete svelare già qualcosa sull’edizione 2025?
Per il futuro del Masciarelli Art Project, desideriamo continuare a esplorare nuove forme di espressione artistica e innovazione, coinvolgendo artisti di grande talento e ampliando la visibilità del progetto a livello internazionale. Masciarelli è da sempre un simbolo di eccellenza e ricerca della qualità nel mondo del vino, e intendiamo proseguire su questa strada. Le nostre ambizioni per il progetto sono di celebrare sempre di più l’Abruzzo, un territorio straordinario, attraverso l’arte contemporanea. L’edizione 2025 sarà un momento speciale per rafforzare ulteriormente il legame tra il vino e l’arte, con particolare attenzione alla sostenibilità e alla connessione tra natura e creatività, continuando a riflettere sull’ecosostenibilità e sulla bellezza unica del nostro paesaggio.