Tracey Emin a Palazzo Strozzi ci ricorda che «la vera fede è vivere»

Corpo, desiderio e sacrificio sono metafore esistenziali di un racconto visivo intimo e universale, allo stesso tempo, allo stesso modo

Il 13 marzo si è svolta a Firenze la conferenza stampa di presentazione di Tracey Emin. Sex and Solitude, prima mostra internazionale dedicata all’artista britannica e aperta al pubblico sino al 20 luglio 2025. Ad introdurre, il presidente della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore Arturo Galansino che ha spiegato come il progetto, non cronologico ma tematico, raccolga «i lavori degli ultimi 35 anni, con opere inedite e storicizzate, in un’esposizione diretta, cruda, poetica, drammatica e a tratti dolcissima, di un’artista che ha sempre utilizzato – fra tutti i medium esplorati – quello della sincerità». Un inno ad un concettualismo espressivo che ha infranto ogni confine di genere, arte, classe e che si pone in un sincero confronto con maestri come Egon Schiele e Edvard Munch, tacite guide della sua profonda visione psicologica, che sublima passioni, esorcizza angosce.

Presente anche Tracey Emin, che ha spiegato come la prospettiva di interpretazione sarebbe stata diversa se il titolo fosse stato Sex in Solitude: «tutti noi abbiamo avuto esperienza del sesso e della solitudine, e per me sono tematiche intrinsecamente connesse e legate. Nella mia vita ho spesso passato periodi di celibato, il sesso era qualcosa che conoscevo a distanza così come talvolta la solitudine, ad oggi fondamentale per la mia arte». Pochissimi infatti gli artisti del contemporaneo in grado di emulare la loro realtà interiore in modo così vivido: la sua espressione sconfinata, senza limiti, rende la narrazione effusione diretta della sua anima, dolce e spietata nel medesimo istante, esperienza recondita che si immola per una dimensione collettiva.

Sono 60 le creazioni esposte, provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo, che ne indagano l’animo intimo e poliedrico, invitando a riflettere sul suo vissuto. Ad accogliere i visitatori è il grande neon sulla facciata di Palazzo Strozzi che riprende il titolo dell’esposizione illuminando l’antico edificio ed amplificando con delicatezza, ogni stato emotivo del suo universo visivo. Molti i lavori presentati in Italia per la prima volta, tra cui la monumentale scultura bronzea I Followed You To The End, sorprendentemente innata fra gli echi rinascimentali del cortile di Palazzo Strozzi, come se lì, collassata e mutila, ci fosse sempre stata. Fulcro dell’itinerario espositivo è però la pittura che – come l’artista stessa ha ricordato – «non porta nessun dolore, contrariamente all’amore che fa male», ma che libero e multiforme permea il suo corpus di opere, manifestandosi come atto fisico e stato mentale.

Ogni tela, ogni scultura, ogni singola fotografia, è un campo magnetico di tensioni emotive, un grido di libertà che sembra non volersi mai esaurire. La narrazione è cruda ed evocativa ed è il corpo ad essere al centro della sua pratica, non solo come tempio di piacere ma degno custode di ferite e memorie. Fragile e carnale, frammentato e piegato, vulnerabile e potente. Deriso, malato, sessualizzato, solo. Meraviglioso mistero di una solitudine che va compresa, ascoltata, condivisa. Questa, è la storia catartica di un’arte sacrificale che la morte la conosce fin troppo bene, eppure non esita a ricordarci che, nonostante tutto, «la vera fede è vivere».

Tracey Emin. Sex and Solitude
Dal 16 marzo al 20 luglio 2025
Palazzo Strozzi, Firenze

Credits: Tracey Emin, Sex and Solitude, Palazzo Strozzi, Firenze, 2025. Photo Ela Bialkowska, OKNO Studio © Tracey Emin. All rights reserved, DACS 2025.

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