Al Forte Malatesta di Ascoli Piceno arrivano le riflessioni sulla figura di Cecco d’Ascoli, filosofo, astronomo, astrologo e alchimista medievale. A elaborarle è Antonio Marras, che nella mostra Vedere per credere. L’ombra di Cecco, promossa dal Comune di Ascoli Piceno e a cura di Spazio Taverna, ha esplorato anche storia del Forte Malatesta nelle sue diverse funzioni di fortezza militare, edificio religioso, carcere e museo multidisciplinare. L’esposizione sarà visitabile dal 9 marzo al 30 ottobre 2025.


Antonio Marras interpreta il genius loci del Forte Malatesta
«Il Forte Malatesta è un luogo di incontro di ombre, e questo è l’elemento che mi ha colpito e mi ha guidato nell’immaginare questa mostra» spiega Antonio Marras, che nella mostra ha reinterpretato la struttura nella sua totalità come luogo di ombre, intese come memorie simboliche e fisiche, presenze che legano la figura di Cecco d’Ascoli alla vita reclusa dei prigionieri del carcere, che proiettavano desideri, speranze, ricordi e memorie nei diversi ambienti, dalle celle al cortile, fino allo spazio monumentale della chiesa della Madonna del Lago, ideale punto di arrivo del percorso immaginato da Marras.

Disegni, sculture, ceramiche, installazioni, arredi e manufatti ridisegnano infatti gli spazi del Forte, inseriti in un percorso espositivo che scandisce l’edificio in tappe di un itinerario onirico e surreale, una sorta di “macchina del tempo” sospesa tra passato e presente. Marras trasforma il Forte in uno spazio altro, un luogo del quale viene reinterpretata in maniera esperienziale ed immersiva la storia di ieri e di oggi, anche grazie all’inserto di alcuni manufatti provenienti da una chiesa di Arquata rasa al suolo dal terremoto del 2016.
Un intervento suggerito da Spazio Taverna
L’invito rivolto a Marras di interpretare il genius loci del Forte Malatesta e la figura di un personaggio controverso come Cecco d’Ascoli rientra nella metodologia di Spazio Taverna, volta a riattivare le energie di luoghi e personaggi storici attraverso l’intervento e la reinterpretazione di artisti contemporanei. «Luci, ombre, emozioni, desideri, sentimenti e passioni sono le vere protagoniste di questa mostra, concepita come un percorso che collega spazi fisici e mentali, apparizioni oniriche e reali» aggiunge Ludovico Pratesi. «Il Forte si trasforma grazie a Marras in un corpo vivo e pulsante, abitato da presenze naturali e soprannaturali, rianimate da opere che sembrano emergere dalle pieghe della storia per parlare al presente». «Marras ha saputo trasformare storie e memorie dolorose in una folla di immagini, attraverso intense trame simboliche riattivate da una visione potente e vitale» aggiunge Marco Bassan.


La mostra sarà accompagnata da un catalogo, concepito da Antonio Marras, con testi di Francesca Alfano Miglietti, Marco Bassan, Donatella Ferretti, Antonio Marras, Stefano Papetti e Ludovico Pratesi.