Il Guggenheim Museum di New York nella giornata del 28 febbraio ha annunciato il licenziamento di venti dipendenti con effetto immediato. La cifra è pari al 7% del personale e riguarda il personale di sei dipartimenti, tra cui istruzione, pubblicazioni, archivi e promozione. I curatori e i dirigenti non saranno colpiti, e gli alti dirigenti non subiranno riduzioni di stipendio nell’ambito del tentativo di contenere i costi.
I tagli al personale del Guggenheim
In un comunicato la direttrice e amministratrice delegata Mariët Westermann ha dichiarato che “il quadro finanziario complessivo del museo non è al livello necessario”. Il museo stava già applicando strategie per contenere i costi come la programmazione di un minor numero di mostre e l’aumento dei prezzi dei biglietti (da 25 a 30 dollari nel 2023) Westermann spiega che “per essere fiscalmente responsabili ora e posizionare bene il museo per il futuro, abbiamo preso la difficile decisione di riorganizzare alcuni team e ridurre il personale in tutto il museo”.
Questo provvedimento rappresenta una risposta a “una serie di sfide avvertite in tutto il nostro settore, negli Stati Uniti e all’estero, tra cui l’aumento dei costi, i livelli di affluenza variabili e i cambiamenti nel turismo internazionale”, ha dichiarato un portavoce del Guggenheim in un comunicato.

Una terza tornata di licenziamenti per il Guggenheim
Negli ultimi cinque anni il museo ha già effettuato diversi tagli che hanno interessato oltre trenta dipendenti. Questa, in particolare, è la terza tornata di licenziamenti al Guggenheim. Molti problemi sono derivati dalla lentezza di ripresa dei musei dopo la pandemia di Covid-19. In particolare, nel 2023 le visite al Guggenheim sono diminuite del 33% rispetto al 2019.
I dipendenti del Guggenheim sono tra i molti dipendenti dei musei statunitensi che si sono sindacalizzati nell’ultimo decennio: nel 2019 i lavoratori delle strutture hanno costituito un sindacato (IUOE) e nel 2021 anche i dipendenti, tra cui curatori, conservatori, educatori, addetti ai servizi per i visitatori e altri, ne hanno organizzato uno (UAW). Maida Rosenstein, direttrice dell’organizzazione dell’UAW Local 2110 “ci sono state 14 persone del nostro sindacato che sono state licenziate senza preavviso e a cui è stata negata anche una rappresentanza sindacale nelle riunioni in cui sono state informate del loro licenziamento. Il museo si è rifiutato di comunicare al sindacato i nomi delle persone licenziate o di fornirci qualsiasi altra informazione”. È per questo che il sindacato ha già presentato un reclamo ed ha chiesto informazioni e contrattazioni con il museo sui licenziamenti.

Problemi per i musei a New York
Non si tratta di un caso isolato: la notizia arriva due settimane dopo che anche il Brooklyn Museum ha annunciato tagli al personale per contenere il deficit di bilancio di quasi 10 milioni di dollari. Il Guggenheim, infatti, non è l’unica istituzione newyorkese ad avere delle difficolta finanziarie derivanti dalla pandemia. Il Brooklyn Museum è intenzionato a licenziare 47 dipendenti (circa il 10% del personale) entro il 10 marzo. I dirigenti si ridurranno lo stipendio fino al 20% nello sforzo di portare avanti l’istituzione.
Il fatto ha scatenato però molte reazioni: circa cento persone, tra cui politici locali e colleghi di altri musei, si sono radunate davanti al Brooklyn Museum per protestare contro questi licenziamenti di massa. La situazione rimane critica e solo il futuro ci potrà dare risposte a questa grave crisi nel settore artistico e culturale.
