Ella Capaldo, nata l’8 gennaio 1979 a Roma, è la direttrice creativa di Feudi di San Gregorio, storica azienda fondata nel 1986 e di proprietà della famiglia Capaldo, è oggi uno dei principali marchi vinicoli del Sud Italia, con una presenza in oltre 50 paesi nel mondo. La cantina, progettata dagli architetti Hikaru Mori e Maurizio Zito, rappresenta un connubio tra tradizione e innovazione, con un design elegante e funzionale che riflette l’impegno dell’azienda per l’eccellenza.

Le etichette dei vini sono state ideate dal celebre designer Massimo Vignelli, conferendo un’identità visiva distintiva ai prodotti. Oltre alla produzione vinicola, Feudi di San Gregorio promuove attivamente l’arte e la cultura attraverso collaborazioni con artisti di fama internazionale, integrando opere d’arte e design all’interno della cantina e dei suoi prodotti.

Quale visione del futuro guida le sue scelte quotidiane?
Ho una visione ottimistica del futuro che è integrata nel nostro progetto aziendale Be Visionary. Un progetto che pone al centro l’idea di convivialità tra persone visionarie e che si basa sull’idea che con la cultura, l’arte, la bellezza e lo stare insieme – bevendo un bicchiere di buon vino! – possiamo tutti migliorare e farci stimolare.
Che cos’è per lei la complessità?
La complessità è l’inevitabile contesto di riferimento delle nostre analisi e delle nostre scelte. È anche ciò che rende il mio lavoro un’avventura, una sfida e, sinceramente, è uno dei fattori che permette di creare più opportunità.
Come affronta l’incertezza?
Come per la complessità, l’incertezza è un elemento inevitabile, quotidiano della nostra vita e del nostro lavoro. Piuttosto che minimizzarla – ritengo sia una fatica sprecata – il mio obiettivo è integrarla nella nostra attività e nelle nostre decisioni. Questo modo di intendere l’incertezza si ritrova in un libro che è stato d’ispirazione per noi, Il Cigno Nero di Nassim Nicholas Taleb.

L’arte e la cultura possono rappresentare uno strumento per portare innovazione e posizionamento all’interno dell’azienda?
Assolutamente sì perché si fonda sugli stessi valori alla base di come intendiamo il vino e la cultura d’azienda. Anche su questo tema abbiamo un progetto, chiamato Be Curious. Il progetto è nato 10 anni fa con la Fondazione di Comunità San Gennaro (di cui Feudi di San Gregorio è socio fondatore), e prevede la residenza di un’artista in azienda al quale viene richiesto di realizzare un’opera site specific dedicata al lavoro a Feudi. La presenza dell’artista, con il suo punto di vista esterno e culturale, ci permette ogni volta di riflettere ad una eventuale riprogettazione dei processi produttivi, una nuova organizzazione di lavoro, etc… Lo stesso artista ci dona poi una etichetta dedicata alla Fondazione San Gennaro per una edizione limitata di bottiglie di vino il cui ricavato totale è destinato alle attività della Fondazione.
Quali sono le sfide principali con cui il suo Gruppo si sta confrontando in questo periodo?
Al di là delle sfide sulla quale si confrontano tutti (instabilità economica, guerre…) il settore del vino si confronta con una demonizzazione del nostro prodotto che si fonda sulla mancata comprensione dell’apporto culturale del vino da parte di Paesi che non ne hanno – come il nostro – una cultura consolidata. Purtroppo, questa demonizzazione non viene solo da Paesi distanti culturalmente dal nostro, ma anche da parte di soggetti a cui sfugge l’importanza della convivialità per l’equilibrio psico fisico delle persone. A Borgo San Gregorio, la sede di Feudi (in Provincia di Avellino) dove si sviluppa la parte Hospitality, le parole d’ordine per i nostri ospiti sono felicità e divertimento. Un’ultima sfida che riguarda il nostro settore è sicuramente la necessità di cambiare e migliorare la comunicazione nei confronti delle generazioni più giovani: sono molto curiosi del nostro mondo ma sono abituati a messaggi più veloci e diretti.
Quale consiglio darebbe ad un giovane che vuole intraprendere la sua strada?
Semplice: essere curiosi e conoscere almeno due lingue! Indispensabile in un mondo sempre più connesso.
Quali sono i progetti artistici futuri?
Nel 2026 faremo 40 anni e li festeggeremo nel segno del design e dell’arte. Stay tuned!
