L’istituzione londinese ha annunciato che il Lina Ghotmeh — Architecture, guidato dall’omonima pluripremiata architetta libanese, ha vinto il concorso per la riprogettazione delle gallerie del West Range: la visione dello studio parigino è infatti risultata particolarmente in linea con il restyling del British Museum, grazie al suo approccio archeologico nei confronti del design museale, «comprendendo l’ambizione del progetto che trasformerà un terzo dello spazio espositivo» – ha dichiarato il direttore dell’istituzione Nicholas Cullinan.

La selezione è arrivata dopo una competizione di nove mesi, che ha visto la partecipazione di oltre 60 team internazionali e solo dopo una scrematura a cinque finalisti, una giuria di dieci esperti, guidata dal presidente del consiglio del museo George Osborne, è arrivato all’unanimità alla scelta. «Siamo entusiasti di intraprendere questo viaggio per la ristrutturazione del Western Range, ha dichiarato Lina Ghotmeh – Questo progetto è un dialogo tra passato e futuro, una stratificazione di storie e materiali, proprio come uno scavo archeologico», con Osborne che ha poi definito la vincitrice «una voce per il futuro», aggiungendo che l’iniziativa architettonica entusiasmerà milioni di visitatori.

Il nuovo design delle Western Range però, verrà svelato solo nel 2026. Il progetto, in collaborazione con Ali Cherri, Plan A, Purcell, Holmes Studio e Arup, è considerato tra “i rinnovamenti culturali più grandi al mondo” è finalizzato a trasformare e modernizzare gli spazi espositivi migliorando l’esperienza di visita e la conservazione delle opere, riguarda la sezione situata a ovest della Great Court, che si estende per circa un terzo delle gallerie e comprende alcune delle collezioni più prestigiose, tra cui sculture egizie, marmi del Partenone e reperti assiri. Attraverso un’interpretazione archeologica dello spazio, a caratterizzare la proposta del LG—A, è l’attenzione scrupolosa per la sostenibilità e l’impiego di materiali naturali.

Lina Ghotmeh — Architecture, tra archeologia e contemporaneità
Lo studio è stato fondato a Parigi nel 2016: tra le sue prime ricerche, un’installazione investigativa alla prima Triennale di architettura di Sharjah e il ristorante Les Grands Verres al museo d’arte contemporanea di Parigi Palais de Tokyo. Nel 2020, l’architetto ha completato la torre scultorea in cemento color sabbia a Beirut, Stone Garden, che è stata premiata come Progetto dell’anno da Dezeen nel 2021, resistendo anche all’esplosione dell’agosto 2020 che ha distrutto gran parte della città.



Tra altre celebri creazioni, il Serpentine Pavillon di Londra nel 2023 e gli Ateliers Hermès in Francia, primo edificio low-carbon e a energia positiva. Attualmente, il suo studio sta lavorando al Museo di Arte Contemporanea di AlUla in Arabia Saudita e al Padiglione del Bahrein per Expo 2025.