Da Spazio C21 Stefano Serretta indaga l’utopia del fallimento

FURYO failed utopia: requiem for a youthful opposition” è la mostra dell'artista genovese che con un intervento site specific rievoca la storia di una generazione tradita

Negli ambienti di Palazzo Brami a Reggio Emilia, sede della galleria C21, inaugura l’esposizione FURYO failed utopia: requiem for a youthful opposition di Stefano Serretta, curata da Andrea Tinterri. Sulla facciata del palazzo, compare una palizzata in legno con la frase «The sand knows what the rock does not» che funge da chiave interpretativa per il lavoro che si trova all’interno, dove gli stessi residui mnemonici sono minuscoli granelli di sabbia, parte di una storia che non può essere dimenticata.

La tradizionale gerarchia interpretativa viene capovolta dalle ricerche dell’artista genovese in un’espressione artistica che invade letteralmente lo spazio ricoprendo le due sale della galleria e ripercorrendo una sorta di autobiografia politica, in una mostra che prima ancora di essere arte è un racconto di tracce e parole, reminescenze sedimentate in cui remota, echeggia la possibilità di nuove consapevolezze. Il lavoro di Stefano Serretta è sostenuto da un rigoroso quadro storico e analitico che evidenzia le fragili fondamenta del capitalismo, utopia di un fallimento di cui l’uomo è vittima e inconsapevole protagonista.

Il pavimento in marmo è inciso, scavato, marchiato, quasi adoperato come una scultura: attraverso la sua durezza scaturiscono storie, oggetti, immagini, specchio di un’intera generazione e del suo sistema di credenza, disillusioni, guerre interiori, lotte politiche. Calpestando residui di storie lontane, con un riferimento esplicito alla violenza del G8 di Genova del 2001, il fruitore esperisce e diventa parte attiva di una memoria collettiva impossibile da scalfire, proprio come la durezza del marmo, che restituisce un arcipelago temporale di nostalgici rimpianti, esplorandone ogni contraddittoria sfumatura.

«Stefano Serretta scava e protegge, due operazioni complementari, utili a conservare la memoria di un recente passato, di quella testimonianza politica e culturale schiantatasi alle soglie dell’utopia» si legge infatti nel testo scritto dal curatore, allusione a un’opposizione giovanile che ha fallito o, forse, è stata sconfitta.

Dal 22 febbraio al 12 aprile 2025
Spazio C21, Reggio Emilia

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